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Dall’Ue 2 miliardi all’Italia per la sanità

Ci siamo: l’Italia sta per incamerare 2 miliardi di nuovi finanziamenti per affrontare l’emergenza economica causata dalla pandemia. Denaro per la sanità. Obiettivo: gettare così le basi per la ripresa dei prossimi mesi. Sono soldi che il Governo Conte dovrà destinare alla salute, e solo a quella.

I quattrini per la sanità arriveranno dalla Banca europea per gli investimenti (Bei). A gestirli, il ministero della Salute. Per la precisione, il Commissario Straordinario del Governo avrà l’incarico di dare attuazione ai piani regionali. Il finanziamento coprirà quasi i due terzi dei 3,25 miliardi di investimenti previsti dal decreto Rilancio. Una protezione per il futuro, una rete di salvataggio, una scialuppa anti-disgrazie. Sono le prime risorse di cui si è parlato subito dopo l’esplosione della pandemia, con il nostro Paese in ginocchio anche economicamente.

Come verrà rafforzata la rete ospedaliera? Ci saranno 3.500 nuovi posti letto per la terapia intensiva, più 4.225 in semi-intensiva e quattro strutture mobili per 300 posti di terapia intensiva. Quindi, ristrutturazione di 651 pronto soccorso, forniture mediche e attrezzature sanitarie. E ancora: mezzi di trasporto sanitari, personale sanitario aggiuntivo (anche temporaneo) per 9.600 unità, assistenza domiciliare e sistemi digitali per il monitoraggio da remoto. Nei mesi scorsi l’Italia ha affrontato una prova durissima mostrando una grande disciplina e uno straordinario senso di responsabilità, ha commentato il ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri. L’operazione Bei rafforza in modo importante il nostro sistema sanitario. 

Sono soldi che devono fortificare la sanità qualora arrivi la seconda ondata di Covid. Ormai è tardi, ma nel 2013, coi tagli enormi voluti da Monti, ci siamo trovati impreparati nel 2020: sforbiciata da 37 miliardi di euro. Tornando indietro, anziché chiedere ora denaro all’Ue, avremmo potuto mantenere intatte le strutture decapitate. Avremmo anche salvato delle vite, specie in Lombardia e nel Bergamasco.