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Quanto costa davvero la politica italiana?

Fra poco più di una settimana gli italiani saranno chiamati alle urne per le Regionali ma anche per il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari. Più esattamente, domenica 20 e lunedì 21 settembre si dovranno pronunciare in merito. La proposta in questione è pervenuta dal Movimento 5 Stelle, con l’obiettivo di ridurre le spese destinate alla politica italiana

Per stabilire quanto costi mantenere l’intero apparato è intervenuto Orizzonti Politici, il Think Tank nato due anni fa su idea di quattro bocconiani.  

Politica italiana: il rapporto sui costi

Dallo studio condotto, riportato dal portale Business Insider, emerge che l’indennità mensile lorda di un deputato è di 10.435,00 euro. Vicina a quella di un senatore, gradualmente ridotta negli anni a 10.385,31 euro. Mentre il netto è di circa 5 mila euro, con delle differenze per chi svolge una seconda professione.

Sia deputati che i senatori percepiscono poi la diaria, pari a 3.500 euro (ovvero un rimborso spese per i viaggi a Roma). C’è poi un rimborso ulteriore, correlato all’esercizio del mandato: 3.690 euro per i deputati, 2.090 euro per i senatori.  

Agli esborsi diretti per gli onorevoli si aggiungono le cifre per il personale dipendente di Camera e Senato. Solamente alla Camera dei Deputati si arriva a 208 milioni di euro, per 974 milioni di euro complessivi necessari a mantenere un ramo del parlamento.

Stando all’ultimo bilancio (datato 2019) il senato ha un costo di 544 milioni di euro. Laddove al referendum vincesse il “sì”, il risparmio tra Camera e Senato ammonterebbe in totale a 82 milioni di euro. 

Luigi Di Maio punta al taglio degli stipendi

Nel corso di un comizio a Brindisi, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha pure rilanciato la proposta di un taglio degli stipendi ai parlamentari, misura che indurrebbe a correggere verso il basso le cifre sopra indicate.