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Invalidi in pensione prima a 63 anni, ecco come

Invalidi in pensione prima a 63 anni, ecco come sfruttare l’Ape sociale e perché permette un anticipo concreto.

Per le persone affette da invalidità non mancano le possibilità di ottenere delle rendite. Una volta ottenuta la certificazione della disabilità da parte delle competenti commissioni mediche, il più è fatto. Certo, serve una determinata invalidità, variabile anche in base alla misura di pensionamento prescelta. Per esempio c’è una misura che permette il pensionamento a partire dai 63 anni di età. E per gli invalidi è un canale utilizzabile.

La pensione a 63 anni per gli invalidi, ecco come è possibile con 30 anni di contributi

Un soggetto può ottenere persino una pensione quattro anni prima rispetto ai requisiti ordinari per la pensione di vecchiaia. Infatti c’è una misura che tra i potenziali beneficiari ha proprio gli invalidi. La misura in questione è l’Ape sociale, una prestazione che proprio perché fa riferimento a soggetti con determinate e particolari caratteristiche, può essere considerata alla stregua di qualsiasi altra prestazione assistenziale. A differenza però di un classico sussidio, per l’Ape sociale serve una giusta carriera contributiva. Anche nel 2023 e fino al 31 dicembre prossimo gli interessati all’Ape sociale possono continuare ad ottenere il pensionamento già a partire dai 63 anni di età. Tra le categorie beneficiarie di questa misura che la legge di bilancio ha prorogato per un altro anno, ci sono anche gli invalidi. Per poter andare in pensione come invalido con l’Ape sociale, serve almeno il 74% di invalidità certificata.

Come funziona l’Ape sociale per gli invalidi

Quindi, a partire dai 63 anni di età, con almeno 30 anni di contributi e con il 74% o più di invalidità, l’Ape sociale può essere percepita. La misura viene liquidata dall’INPS su 12 mensilità (niente tredicesima quindi). Inoltre la misura è senza maggiorazioni sociali e integrazioni al trattamento minimo. L’importo massimo di pensione con l’Ape sociale può arrivare a 1.500 euro al mese. La prestazione non è reversibile a causa del decesso del pensionato. E non si adegua al tasso di inflazione. Infine, scade a 67 anni, perché gli interessati dovranno poi presentare la domanda di pensione di vecchiaia.