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Lavoro senza pagare i contributi: bizzarra ricetta post Covid

Se un’azienda assume, deve pagare i contributi: ecco un freno all’economia e alle assunzioni. Per combattere la disoccupazione dopo il Covid, si pensa al lavoro senza pagare i contributi. Si mira alla decontribuzione al 100% del costo del lavoro: lo ha detto la viceministra all`Economia e Finanze, Laura Castelli. Il Governo ragiona nei termini di sei mesi di sgravio al 100% dei contributi per i neoassunti. E 3-4 mesi di decontribuzione piena per i dipendenti che vengono fatti rientrare dalla cassa integrazione.

La bozza del decreto Agosto introduce due esoneri contributivi totali per i datori di lavoro virtuosi. Uno: alle aziende che reintegrano i lavoratori collocati in cassa integrazione nei mesi di maggio e giugno 2020 senza nuovi periodi di integrazione salariale fino al prossimo 31 dicembre. Due: a chi assume a tempo indeterminato lavoratori di tutte le età.

Ma alle aziende conviene? Ci sono parecchi dubbi sul lavoro senza pagare i contributi.

Il datore di lavoro che non rispetta il divieto di intimare licenziamenti rischia di vedersi revocare i benefici dall’esonero contributivo con efficacia retroattiva.

Occhio: si prevede l’incumulabilità assoluta dell’esonero con altri esoneri o riduzioni delle aliquote di finanziamento. Quindi, o approfitti degli sconti di legge; o usi la norma che ti consente di non pagare i contributi. Al che, le aziende dovranno decidere che cosa convenga di più: se l’una o l’altra strada.

Ci sono aziende con un calo del fatturato pari o superiore al 20%, non tenute al versamento dei contributi addizionali: per queste società, che interesse c’è verso la non contribuzione? Nessuno. Da una parte il Governo dà all’azienda affinché assuma o tuteli l’occupazione; dall’altra, toglie per il solo fatto di aver aggiunto una cosa in più. A quel punto, tanto vale non introdurre novità. A meno che servano ai politici per i titoli dei tg…

Suona strano che il settore agricolo, in crisi profonda, non sia coinvolto. Un’assurdità.