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Oreficeria in crescita

Oreficeria in crescita. Dopo la mazzata Covid, nel settore orafo, l’analisi dei dati pubblicati dall’Istat evidenzia numeri buoni. A luglio 2020 la produzione di gioielleria, bigiotteria e articoli connessi, lavorazione delle pietre preziose è salita del 19,2% rispetto a giugno. Lo riporta Confartigianato. Invece, nei cinque mesi marzo-luglio 2020 la produzione della gioielleria si è dimezzata, con un calo del 54,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e di intensità doppia rispetto al manifatturiero (-23,7%).

Ovvio: nel lockdown ci si concentra sul basico, su quanto è necessario per la sopravvivenza, anche a livello psicologico. 

Ricordiamo che la struttura imprenditoriale del comparto Orafo conta 7.482 imprese attive che danno lavoro a 31.172 addetti. Nel settore orafo sono protagoniste le micro e piccole imprese con meno di 50 addetti che generano un fatturato di 2,9 miliardi di euro e danno lavoro a circa 24 mila addetti, oltre i tre quarti (77%) dell’occupazione del comparto. Nei distretti nei territori provinciali di Arezzo, Alessandria e Vicenza si concentra un terzo (32%) delle imprese ed oltre la metà (55,5%) dell’occupazione dell’oreficeria. 

L’Italia è leader europea nel comparto della gioielleria. L’esame degli ultimi dati resi disponibili da Eurostat evidenzia che in Italia gli occupati nelle imprese del settore della gioielleria e bigiotteria sono oltre 31 mila, pari ad oltre un quarto (27,7%) dell’occupazione del settore nell’intera Unione europea.

Il made in Italy dell’oreficeria italiana viene venduto prevalentemente nei mercati extra europei, che rappresentano il 74,8% delle esportazioni del settore, mentre i mercati dell’Ue a 28 rappresentano il 25,2% dell’export.