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Pensione di reversibilità

Pensione di reversibilità: quando il figlio ne ha diritto

La pensione di reversibilità spetta ai superstiti se il deceduto è un pensionato. L’importo è rappresentato da una quota percepita e viene suddivisa fra i familiari, compreso il figlio solo se affetto da handicap. Attualmente prevista dal legislatore italiano, per beneficare della pensione di reversibilità è necessario allegare alcuni documenti alla domanda. Nel caso del figlio con invalidità occorre il certificato SS3, che accerta il suo stato.

Se così fosse, il medico di base o medico di famiglia assolve a un compito ben preciso. Con tale si intende il medico di assistenza primaria previsto nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale. Il professionista ha la responsabilità di ufficiale sanitario di primo livello; detto altrimenti, è colui che presta il livello di assistenza base nel territorio. A lui compete il dovere di tutelare la salute dei pazienti e assicurare i livelli di assistenza minimi. 

Il certificato SS3 richiesto al medico di base per l’integrazione della pensione di reversibilità ha un fine importante. In vigore dal 1° luglio 2012, il modello consiste nel certificato medico introduttivo per inoltrare la domanda della pensione di reversibilità. Il medico di base deve compilare il documento in relazione all’anamnesi del paziente e specificare in maniera dettagliata le patologie invalidanti. Al riconoscimento dei requisiti di pensionamento e di tutti i relativi benefici, è fondamentale che il certificato sia redatto in maniera corretta e chiara. Una volta compilato, il medico di base lo dovrà inviare in forma telematica all’Istituto competente. 

Vedi anche: Assegno di vedovanza

Il certificato SS3 è uno dei certificati rilasciati dietro pagamento e il costo da sostenere può variare in base alle tariffe mediche del territorio. Per elaborarlo il medico ha la necessità di entrare in possesso di tutta la documentazione medica del richiedente, attestanti:

  • Recenti visite specialistiche;
  • Le patologie di cui il paziente è affetto. 

Prima di assumersi la responsabilità delle informazioni dichiarate, il medico ha dunque il diritto di accedere alle cartelle mediche ospedaliere.