Come già spiegato in precedenti circostanze, per avvalersi della pensione Quota 100 è indispensabile maturare i requisiti necessari entro il 31 dicembre 2021. Se tanti lavoratori potranno accedervi senza particolari patemi, qualcuno si pone, invece, mille interrogativi.
Si tratta di coloro che prevedono di raggiungere le condizioni previste a cavallo dell’anno 2021/2022. Cosa stabilisce la normativa attualmente in vigore? Andiamolo a scoprire.
Pensione Quota 100: chi ha facoltà di accedervi
Ebbene, la legge stabilisce che chi ha maturato i requisiti indicati e ha la finestra mobile di tre mesi (ciò accetti di attendere tre mesi tra la presentazione della domanda alla erogazione effettiva dell’assegno), mantenga il diritto al beneficio della pensione Quota 100. Ad esempio, se il soggetto compie gli anni il 15 dicembre, dal 16 dicembre 2021 si aprirà la finestra di tre mesi. E, di conseguenza, conserverà la facoltà di accedere alla pensione Quota 100.
La normativa indica espressamente che entrambi i requisiti (età e anzianità contributiva) vadano maturati entro la presentazione della domanda e non dopo. La Quota 100 concluderà il suo triennio sperimentale nel 2021 e chi maturerà i requisiti nel 2022 (anche nei primi mesi) risulterà escluso.
Insegnanti, una storia a parte
Una categoria professionale a sé stante è quella degli insegnanti. È loro obbligo l’inoltro della richiesta di pensionamento in linea alle direttive emanate dal Miur entro una determinata data che cambia ogni anno, di solito è dicembre. Pertanto, bisogna produrre domanda di cessazione dal servizio per andare effettivamente in pensione il 1° settembre dell’anno successivo.
Per il comparto scuola si applica l’art. 59, comma 9 della legge 449/1997, stando al quale l’accesso al trattamento resta fermo per il personale che dalla data di inizio dell’anno accademico e scolastico abbia effettuato la cessazione dal servizio. Con decorrenza dalla medesima data del trattamento economico inerente.