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Ape sociale 2021: aumentano i beneficiari

Ormai sembrano non esserci più dubbi in merito: la proroga per l’ape sociale e l’opzione donna si farà nel 2021. Ma ci sarà qualcos’altro di importante, senza ombra di dubbio positivo per i contribuenti: la platea dei beneficiari dell’ape sociale andrà a comprendere pure i lavoratori fragili a rischio Coronavirus. 

Ape sociale: a favore di chi è in precarie condizioni di salute

I danni arrecati dall’emergenza sanitaria all’economia intera hanno provocato una forte crisi in diversi settori, che tuttora persiste. Un fenomeno di portata mondiale, che il nostro Governo ha dovuto giocoforza accettare varando tutti gli accorgimenti del caso per contenere i contagi. Il risultato è che certi comparti stanno andando fortissimo, in primis l’e-commerce (le 100 mila nuove assunzioni di Amazon ne sono la prova), mentre altri sono in tremenda difficoltà. 

In questo quadro si inserisce l’ape sociale e l’idea di ampliare la platea dei beneficiari alle persone in precarie condizioni di salute. Nell’incontro tra Governo e sindacati di mercoledì 16 settembre 2020 l’ipotesi ha preso forma. Nulla di certo, ma quantomeno le parti stanno remando in tale direzione. Se poi i buoni propositi verranno rispettati solo il tempo ce lo potrà dire. 

Ascoltate le critiche

Nei tre anni di attuazione, l’ape sociale ha acceso varie polemiche, in quanto diretta esclusivamente a:

  • caregiver;
  • disoccupati;
  • gravosi;
  • invalidi;
  • usuranti. 

Ma i lavoratori disoccupati senza diritto all’indennità Naspi, o quelli di lunga durata, non hanno potuto godere della misura. Naturalmente, i dettagli della ape sociale andranno studiati più nel dettaglio. L’obiettivo è di allargare il novero dei soggetti tutelati ai cittadini con patologie quali tumori, immunodepressioni, malattie cardiovascolari.

Pur non collocandosi tra gli invalidi con percentuale pari o superiore al 74%, rischiano di essere esposti alle conseguenze peggiori se infettati dal virus. Dalle notizie raccolte, per accedervi saranno confermati i requisiti vigenti, pari a 63 anni di età e 30 o 36 anni di contributi.