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Pensione quota 41

Riforma pensioni 2024: proposta a 62 anni di età con almeno 20 anni contributivi

Il summit tra governo e sindacati al Ministero del lavoro, lo scorso 13 febbraio, ha portato sul tavolo nuove proposte che potrebbero sconvolgere completamente tutti i requisiti per andare in pensione. Dopo il nulla di fatto o quasi dell’ultima manovra finanziaria del governo, il 2024 potrebbe essere l’anno giusto per una seria riforma del sistema.

La pensione flessibile è possibile?

La pensione a 62 anni è tra le più importanti proposte dei sindacati. Tutti in pensione a 62 anni e con un minimo di 20 anni di contribuzione. I sindacati chiedono una misura di questo genere senza tagli di assegno. Come controproposta ci sarebbero però alcune penalizzazioni. Magari un taglio di assegno pari al 2,5% per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni. O magari il calcolo completamente contributivo degli assegni.

La quota 41 per tutti e lo sconto per le donne, lavoratrici e madri

Altra misura che può essere considerata un cavallo di battaglia dei sindacati (ma anche della Lega di Salvini), è la quota 41 per tutti. La misura dai proponenti è stata individuata come quella idonea a permettere a ciascuno che raggiunge i 41 anni di contributi, di poter andare in pensione senza badare in alcun modo all’età. Nel frattempo, dall’ultimo incontro prima citato, spunta una novità: in seno alla maggioranza pare che ci sia l’intenzione di concedere lo sconto di 4 mesi sull’età (o sui contributi), per ogni figlio avuto fino a massimo 12 mesi di sconto totale. Un vantaggio per le lavoratrici che potrebbero goderne per tutte le misure pensionistiche in futuro. Naturalmente se dalla proposta si passerà ai fatti.