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Scuole aperte: occhio al trauma economico da secondo lockdown

Scuole aperte: occhio al trauma economico da secondo lockdown. Con la pandemia esplosa a febbraio, a Ferragosto il ministero dell’Istruzione ha tante idee e confuse in materia di scuola. Fra banchi a rotelle, distanziamento, misurazione della febbre a casa, le scuole aperte a settembre sono un pericolo mortale per l’Italia. Ai ragazzi a scuola si riesce a imporre la mascherina sempre pulita? Gli adolescenti riescono a lavarsi sempre le mani? Attenzione: i minori potrebbero aver portato il Covid in casa, fra i più deboli, ossia gli anziani e i malati. Ora, finita la prima ondata, una seconda ondata di coronavirus con secondo lockdown sarebbe uno shock senza precedenti per l’Italia. Non ce la faremmo. Non abbiamo la forza economica, gli ammortizzatori sociali e una classe politica all’altezza per resistere economicamente a un secondo blocco totale.

Sentiamo Ranieri Guerra. È direttore aggiunto dell’Organizzazione mondiale della sanità distaccato a Roma per seguire da vicino i fatti italiani e tecnico del Centro tutela salute. Il rischio è arrivare a ridosso della riapertura delle scuole con un numero di casi che la renderebbero pericolosissima. È matematico che la curva col ritorno in aula salirebbe ancora. Poi Ranieri Guerra usa una specie di metafora di treno in corsa: o azioniamo il freno o andiamo a sbattere. 

Qual è il guaio? Il nostro Paese mostra una sequenza di tanti, troppi piccoli focolai che tengono alta la circolazione del virus. Man mano che i casi di nuovi positivi si accumulano i tempi di moltiplicazione dei contagi si accorciano. Significa che la crescita dell’epidemia da lenta diventa rapida e si ha una progressione geometrica. 

Fare scuola da casa non è una bestemmia. Ci si attrezza, ci si organizza. Se durante il lockdown ci sono stati problemi, è che si trattava di scuola a distanza in piena emergenza: insegnanti, famiglie, ragazzi sono stati presi alla sprovvista. Sfruttando l’esperienza del primo blocco, si può rifare. Siamo in guerra contro il Covid: in guerra si usano armi per sopravvivere. Le armi non sono piacevoli, ma l’alternativa è perdere la guerra. Con una seconda paralisi della nazione, riuscirebbero a sopravvivere solo i ricchi di famiglia e chi guadagna 13.000 euro al mese facendo un certo tipo di lavoro: il politico.