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Sondaggi Rai: attacco allo spreco di denaro

Il canone Rai è una tassa odiata da chi la Rai non la vede. Costoro leggeranno quest’articolo con piacere. Sondaggi Rai: attacco allo spreco di denaro. Perché? Facile. I sondaggi hanno detto: vince nero. E invece ha vinto rosso. Per fare i sondaggi, servono soldi. Pubblico.

Ascoltiamo i consiglieri Rai, Borioni e Laganà: nelle ultime settimane,, sono circolati sondaggi Rai che davano perdenti, o molto sottovalutati, in particolare i candidati di centro-sinistra. Invece, questi sono stati premiati nelle urne. Lo stesso era accaduto con i sondaggi commissionati in occasione delle europee del 2019 e delle amministrative dell’Emilia Romagna. 

Primo problema: quei sondaggi circolavano dentro e fuori dalla Rai anche e soprattutto nel periodo in cui era vietata la loro diffusione. Secondo: per Borioni e Laganà, è necessaria una riflessione sulla capacità di tenere riservati questi dati. Questi sondaggi non coglievano neanche il dato tendenziale. Morale: vanno messi in discussione i metodi di rilevazione e elaborazione. Oppure ci si deve rassegnare al fatto che la fluidità dell’elettorato renda impossibili previsioni attendibili. La riflessione dei consiglieri. Con chiosa: si deve riflettere sulla opportunità di continuare a spendere denaro pubblico per sondaggi che, invece di leggere la realtà, rischiano di deformarla.

Personalmente, riteniamo che l’elettore risponda a casaccio. Non vuole confessare le proprie intenzioni di voto. Un po’ ha paura. Timori irrazionali. Un po’ magari ha così poco tempo che fa tutto in fretta dicendo cose a casaccio. Cosa non nuova: vedi il video giù. D’altronde, va anche detto che il sondaggio è, per la Treccani, un’azione esplorativa, un’indagine attuata con diversi mezzi allo scopo di conoscere l’opinione di un certo numero di persone su una determinata questione, di rilevare un determinato fatto o fenomeno. Quindi, aggiungiamo, è un po’ come le previsioni meteo: di scientifico c’è pochissimo.