CCSNews
dichiarazione di successione

Successione conto corrente, buoni e titoli banca o Poste, le quote tra coniuge e figli

Quando muore una persona, può lasciare agli eredi di tutto, dalle case ai terreni, dalle auto ai crediti, dai debiti ai soldi in banca o alle poste. Oggi ci soffermiamo sui soldi depositati presso gli istituti di credito o presso Poste Italiane. Uno dei casi più spinosi di tutti è proprio quello di cui parliamo. Come si fa a recuperare i soldi di un parente defunto dai suoi conti correnti o altri metodi di risparmio bancario o postale? Tutto va in successione naturalmente, ma ci sono molte sfaccettature da conoscere nel momento in cui ci si trova davanti ad una situazione del genere, condizionata da eventuali cointestazioni dei titoli o dal numero di figli eredi che un defunto lascia.

Procedura di successione conto corrente e altri titoli di risparmio

Dopo il decesso di una persona, la banca o l’ufficio postale sono tenuto a bloccare il conto corrente del defunto. Con la sospensione del conto, vengono bloccate tutte le operazioni annesse, comprese le eventuali deleghe verso terzi che erano attive durante la vita del titolare del rapporto bancario.

Nessuno potrà mettere mano al conto corrente ed a qualsiasi altro titolo intestato al defunto, nemmeno gli eredi legittimi che di fatto non potranno toccare il conto fino alla conclusione di alcune formalità burocratiche. Occorre innanzi tutto partire con la successione, che se il defunto lascia anche immobili oltre un determinato valore, deve essere prodotta tramite la dichiarazione di successione con il Fisco Italiano. In quel caso oltre all’elenco di tutti i beni immobili che passano dal de cuius agli eredi, deve avere anche l’elenco dei titoli di credito bancari posseduti dal defunto alla data della morte.

Parliamo naturalmente di una successione classica, quella senza testamento, perché se il defunto ha lasciato le sue volontà, tutto cambia e ciò che ha deciso lui, viene riportato da un notaio agli eredi.

La successione in automatico o legale è quella di cui parliamo oggi. La legge stabilisce infatti delle quote di eredità spettante agli eredi. Quote diverse a seconda del tipo di parentela che c’è, dal numero dei figli e così via.  

A chi vanno i soldi del defunto?

Se un conto corrente è cointestato, in eredità va solo la parte di proprietà del defunto. In pratica, se un defunto aveva un conto 50 e 50 con la moglie, la parte da dividere tra gli eredi è solo il 50% di proprietà del marito e ormai defunto.

Se il conto è intestato soltanto al defunto, gli eredi devono comunicare immediatamente alla banca o alle Poste, la data di decesso e tramite il certificato di morte. All’istituto di credito vanno immediatamente restituiti tutti i titoli posseduto come il carnet degli assegni non utilizzati, carte di credito, bancomat e così via.

Sarà poi la banca o l’ufficio postale a comunicare agli eredi l’ammontare totale dei soldi disponibili a nome del defunto.

Nel momento che tutto è stato restituito all’istituto di credito, compresi eventuali buoni fruttiferi, normali o dematerializzati di Poste Italiane, tutto è pronto per sbloccare i fondi.Se i buoni non sono ancora scaduti, occorre autocertificare la volontà comune a tutti gli eredi, di liquidare i buoni prima della scadenza prefissata.

Dopo aver prodotto la dichiarazione di successione e aver dato copia a tutti gli istituti di credito dove il defunto aveva rapporti (serve in originale una dichiarazione per ogni istituto), il più è fatto. Una volta stabiliti chi sono gli eredi legittimi, come da dichiarazione di successione, tutto è pronto per dare il via ai pagamenti delle rispettive quote.

Se il defunto ha lasciato in vita come eredi, solo la moglie e un figlio, la metà dei titoli di risparmio e deposito cointestati con il coniuge, vanno divisi ancora tra il coniuge e il figlio, ed in parti uguali.

Per i titoli non cointestati, ma di cui era titolare solo il defunto, la ripartizione resta al 50% ciascuno per coniuge e figlio. Nel caso di due o più figli invece, la ripartizione è pari a 1/3 per il coniuge, e 2/3 da dividere tra i figli.