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Risorse annuali del pianeta: game over

È arrivato l’Overshoot Day: il giorno dell’anno nel quale entriamo ufficialmente in debito con gli ecosistemi naturali per le risorse che consumiamo. Quest’anno è caduto il 22 agosto, quasi un mese dopo rispetto all’anno scorso. Ma andiamo malissimo. Prendevamo 2 in pagella su un massimo di 10: adesso 3.

Eppoi nel 2020 sono stati i lockdown causati dalla pandemia di Covid che ci hanno bloccati a casa a darci un vantaggio colossale. Se non esci, non consumi. A picco i consumi in tutto il mondo. Era da 15 anni che l’Overshoot Day non si registrava così tardi: nel 2005 cadde il 25 agosto. È una ricaduta temporanea data dall’impatto della pandemia e delle misure adottate dai governi. Un effetto del coronavirus: verrà vanificato già il prossimo anno, se non interveniamo per consumare meno o con più intelligenza. 

Greta Thunberg era e resta imbestialita coi potenti. Per ora a nulla sono valsi i suoi meritevoli sforzi.  C’è il “sovrasfruttamento” del pianeta è il Global Footprint Network, un centro di ricerca internazionale fondato nel 2003. Il capo è lo svizzero Mathis Wackernagel, che tiene la contabilità dello sfruttamento delle risorse naturali. Siamo conciati male al punto che la Terra impiega un anno e otto mesi per rigenerare le risorse che consumiamo in un anno: l’umanità utilizza attualmente il 60% in più di quanto si possa rinnovare all’interno dello stesso anno. 

Decarbonizzare? Inciderebbe sulla crisi del clima, ma porterebbe un migliore equilibrio sulla bilancia che vede da una parte l’impronta ecologica e dall’altra la biocapacità terrestre. Nel mirino le auto a benzina e diesel. Anche se, valutando solo il settore automotive, va valutato l’impatto delle vetture elettriche e delle batterie. Quanto inquina produrle e smaltirle?