Quanti di voi hanno ancora nei cassetti o nei vecchi salvadanai le monetine delle vecchie lire? Vi siete mai domandati se oggi possano valere qualcosa? Andiamo a vedere, per esempio, la moneta da 20 centesimi Esagono Vittorio Emanuele III.
La moneta è stata coniata su vecchi nichelini a partire dal 1918 ed è composta da una lega di Cu 750/1000 e Ni 250/1000. Ha un diametro di 21,3 millimetri, un peso di 3,90 grammi e presenta assi alla francese. Per quanto riguarda il contorno, si presenta rigato nelle monete coniate nel 1918 e 1918 sui vecchi nichelini e liscio per i tondelli nuovi coniati nel 1920.
Nella facciata del dritto, la moneta presenta un esagono con all’interno il valore nominale della moneta CENT. 20 e subito sotto l’anno di conio e una piccola R che indica la Zecca di Roma. Tra l’esagono e il contorno dentellato, troviamo una corona floreale nastrata e addobbata.
Nella facciata del rovescio, invece, troviamo al centro lo stemma della casa reale con i rami di quercia e lauro intrecciati e adornato da una grande corona. In alto, ad arco, c’è la scritta in stampatello maiuscolo “REGNO D’ITALIA”. Infine, verso il basso ci sono le iniziali A.M., che indicano l’autore della moneta Attilio Motti.
Il valore della moneta da 20 centesimi Esagono Vittorio Emanuele III
La moneta da 20 centesimi Esagono Vittorio Emanuele III, come già anticipato, è stata coniata dal 1918 al 1920 con una differente tiratura per ogni anno. Oggi, il suo valore varia sa seconda dell’anno e a seconda dello stato di conservazione.
Sappiamo già che una moneta rovinata non potrà mai valere come un esemplare in Fior di Conio, ovvero senza il minimo segno di circolazione.
Una moneta del 1918 ha un valore in FDC di 180 euro, in stato SPL di 50 euro e in stato BB si solo 1 euro.
Una moneta del 1919 in FDC vale 180 euro, in stato SPL 50 euro, in stato BB 1 euro.
Una moneta del 1920 in FDC vale ben 400 euro, in stato SPL 100 euro e in stato BB 5 euro.