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ricorso cartelle esattoriali

Come contestare una cartella esattoriale

Ricevere una cartella esattoriale è un incubo e un problema per milioni di italiani. Sono molti i contribuenti italiani ad essere interessati da cartelle per tributi, tasse, multe e imposte non pagate. Non sempre però le cartelle esattoriali vanno pagate. Prima di perdere il sonno è sbattere la testa al muro, occorre sottolineare che in mano al contribuente sono molte le armi che possono essere utilizzate per evitare il pagamento di una cartella esattoriale inviata dal concessionario alla riscossione.

Cartelle esattoriali, cosa sono?

La cartella esattoriale è un atto di intimazione al pagamento utilizzato dalle Pubbliche Amministrazioni per il tramite di Agenzia delle Entrate Riscossione, cioè del nuovo Agente di riscossione che ha sostituito Equitalia.

La cartella assume anche la funzione di avviso di messa in mora del contribuente che si trova a debito con una Pubblica Amministrazione che ha incaricato l’Agente della riscossione a incassare per suo conto il credito vantato nei confronti del contribuente stesso.

La funzione della cartella di pagamento quindi è quella di avvisare il contribuente della sua posizione debitoria e di intimarlo a pagare.

La cartella riguarda un credito liquido, che l’Agente della riscossione ritiene certo ed esigibile, altrimenti non andrebbe a richiedere il pagamento. Ecco perché la cartella in genere contiene  tutte le indicazioni utili per consentire al contribuente di verificare le ragioni creditorie dell’ente impositore.

Cartelle e ipotetici vizi

Una volta che il contribuente non paga una tassa piuttosto che un tributo a Comuni, Regioni, Inps e qualsiasi altro ente pubblico, il suo debito, dopo un determinato periodo, viene iscritto a ruolo. Il ruolo è un elenco inviato dall’ente a cui il contribuente non ha pagato qualcosa, al Concessionario alla Riscossione.

La cartella esattoriale è a tutti gli effetti un atto amministrativo e un titolo esecutivo, che può finire con un pignoramento di stipendio, di pensione, con un fermo amministrativo e così via. Gli effetti che può avere una cartella esattoriale quindi, possono essere piuttosto gravi, ecco perché è necessario analizzare la cartella esattoriale ricevuta dall’Agenzia delle Entrate Riscossione al fine di verificare se esistono le possibilità di opporsi e quindi di non pagare.

Quando si riceve una cartella esattoriale, è possibile fare Ricorso al Giudice di Pace. L’organo a cui rivolgersi quindi è questo Tribunale e l’opposizione da parte del contribuente deve essere fatta entro 30 giorni dalla notifica.

Occorre verificare se sono stati ricevuti gli atti che normalmente precedono l’invio della cartella, come per esempio il verbale nel caso di multe e sanzioni del Codice della Strada. Oppure se sono stati inviati al contribuente le richieste di pagamento del bollo da parte della Regione. O ancora, se dal controllo del Fisco sono stati inviati i resoconti al contribuente.

Ogni singola cartella esattoriale infatti deve essere preceduta da una serie di atti delle Pubbliche Amministrazioni titolari del credito nei confronti del contribuente. Atti che se non sono stati inviati al cittadino o se non sono stati inviati nei tempi e nei modi corretti, danno diritto all’impugnazione da parte del contribuente ed eventualmente alla cancellazione del debito per vizio di notifica.

Altri motivi di contestazione possono essere la prescrizione sopraggiunta, cioè la scadenza del diritto a riscuotere un eventuale credito da parte dell’ente impositore o dell’Agente della riscossione.

Il contenuto della cartella e la storia del tributo da cui essa è scaturita, sono cose da analizzare attentamente.  Vizi di forma possono uscire fuori da una verifica dei dati che spesso nella cartella sono generici e confusi. Una cosa che manca sempre nella cartella infatti sono i verbali di contravvenzione o gli atti successivi al verbale, con tutte le date dei provvedimenti, delle notifiche e così via. Ma non è raro trovare cartelle con vizi relativi agli importi, alle spese del procedimento o della data di iscrizione a ruolo.

Le verifiche sono necessarie

La prima cosa da controllare quando si riceve una cartella esattoriale sono i termini  di notifica. La cartella esattoriale infatti deve essere notificata, per essere lecita, entro 5 anni dalla data di ricevimento dei verbali di contravvenzione. Se riceviamo una cartella oltre tale termine, gli importi richiesti risultano prescritti e, pertanto, il Giudice di Pace a cui si inoltra ricorso, non potrà fare altro

Bisogna prestare attenzione anche alla regolarità della notificazione. Per esempio, la consegna tramite individuo non autorizzato o la consegna ad un soggetto che non è abilitato alla ricezione della cartella. Una cartella lasciata al portiere del condominio piuttosto che al vicino di casa, può essere contestata dal soggetto a cui è indirizzata e conseguentemente essere annullata.