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Anche il premio Nobel ha un prezzo! Ecco quanto vale

Ritirare un premio Nobel rappresenta il massimo riconoscimento per le menti più brillanti che siano mai passate sulla Terra. Un conferimento di notevole prestigio dietro cui si cela pure un grande introito economico. Ecco perché nell’ottobre di ogni anno torna puntuale la domanda su quanto valga, in cosa consiste e quanti soldi si ricevono. 

Perché il Nobel ha un tale significato

Prima di rispondere alla domanda centrale, cerchiamo di far luce sulle peculiarità che rendono il Nobel tanto speciale. Si tratta di un premio attribuito di edizione in edizione a persone od organizzazioni in grado di distinguersi per il loro prezioso contributo in diversi campi, dalla pace alla medicina, e il suo corrispettivo economico può essere quantificato con precisione. Fra l’altro chi lo vince ha la facoltà di spendere quei soldi nel modo che ritiene più opportuno, perciò la somma non è soggetta ad alcun genere di vincolo. 

Come molti sapranno il Nobel prevede l’assegnazione al vincitore di una medaglia e di un importo di denaro. Fino a qualche tempo fa andavano ben 10 milioni di corone svedesi, un guadagno poi tagliato del 20 per cento. Ad oggi vengono conferite sia una medaglia d’oro sia un assegno di circa 900 mila euro. Lo finanziano gli interessi sul patrimonio destinato da Alfred Nobel all’inizio del Novecento e, nel caso in cui il premio vada a più persone, la somma viene divisa. 

Quanto vale la medaglia d’oro

Detto ciò, permane un interrogativo: quanto vale la medaglia d’oro? E la risposta è… una fortuna! La conferma è giunta in passato, quando il fisico Leon Lederman ha messo all’asta la sua medaglia, poi venduta per 765 mila dollari (765.002).

Più eclatante è la vicenda di James Watson, che ha ceduto la sua medaglia per riabilitare la propria immagine, dopo essere stato espulso dalla comunità scientifica in seguito alle affermazioni sul quoziente intellettivo degli africani. La medaglia è stata comprata per 4 milioni e 700 mila dollari dal magnate russo Alisher Usmanov, che l’ha poi restituita al “padre del Dna” in segno di riconoscimento per gli sforzi compiuti nella ricerca contro il cancro, malattia che ha provocato la morte del padre di Usmanov.