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Assicurazioni on demand e pay per use, la nuova frontiera: cosa sono, le differenze

Solo in tempi recenti hai iniziato a sentire termini come assicurazioni on demand e assicurazioni pay per use. Vorresti saperne di più, per capire se possano o meno fare al caso tuo. Partiamo da una premessa: non siamo in presenza di una specifica formula (tipo la Kasko) bensì di una categoria arbitraria. In sostanza una assicurazione pay per use è una polizza il cui corrispettivo viene calcolato in base all’effettivo impiego (ad esempio i km percorsi da un veicolo). Per stabilirlo si ricorre a strumenti quali il localizzatore. Una assicurazione on demand, invece, costituisce una polizza con un grado elevato di personalizzazione (durata, coperture, esclusioni, massimali). 

Assicurazioni on demand e assicurazioni pay per use: il significato

Ne consegue che entrambe le “definizioni commerciali” possono tranquillamente riferirsi alla medesima tipologia di contratto, solitamente più economica rispetto alla forma tradizionale. In determinate circostanze finiscono per coincidere, ovvero descrivono lo stesso sistema, presentandolo da differenti prospettive. 

In ottica commerciale una polizza definita “pay per use” fa leva sul risparmio. Detto in altre parole, comunica al cliente che pagherà solamente per l’effettivo uso, o meglio per l’effettivo rischio. Invece una polizza on demand fa leva sulla c.d. user experience, sulla personalizzazione del prodotto offerto. 

D’altronde ambedue i concetti – on demand e pay per use – non nascono in ambito assicurativo. Un esempio pratico? Pensate ai servizi di abbonamento Amazon Prime Video o Netflix, due note forme on demand. Il classico pay per use, invece, è il car sharing. Sarebbe, però, lecito definire pay per use pure la tv in streaming e on demand il car sharing. 

Insomma, il ramo assicurativo – alla pari di tanti altri business – si è semplicemente adeguato ad una tendenza globale. Una inevitabile direzione per qualsiasi settore economico “business to consumer”, cioè rivolto al cliente, desideroso di rimanere al passo coi tempi, e con la richiesta dell’utente finale.   

Da diversi anni a questa parte il mercato delle polizze on demand e pay per use è letteralmente esploso oltreceano. Del resto, gli Stati Uniti sono sempre un Paese pioniere in tali tendenze. In Italia si sono timidamente affacciate, proposte dalle più importanti compagnie operanti nel nostro territorio. 

Ma secondo i principali osservatori, la penisola è palesemente in ritardo rispetto al resto del mondo occidentale. Se lo sguardo lo estendiamo all’orizzonte le modalità qui illustrate avranno un ruolo via via più significativo. Si conquisteranno un bacino di utenti in perenne aumento. Il desiderio del consumatore è di disporre di una polizza assicurativa vantaggiosa, sia sotto il piano economico sia sotto quello funzionale. 

Le nuove generazioni sono parte del target, ma non tutte

A imporre il ritmo dell’evoluzione sono le nuove generazioni, ormai avvezze a comperare servizi e beni online, usando tipicamente uno smartphone. Sono una parte importante del target a cui rivolgersi, ma non l’unica. Stando ai dati emersi dal World Insurance Report 2020, i c.d. Big Tech hanno una marcia in più, rapportate ai competitor tradizionali. È compito di queste ultime dimostrarsi all’avanguardia. La sensazione è che bisognerà lavorare sodo per colmare il gap e conservare un ruolo di primo piano.