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Bonus e indennizzi: come cambiano in base a zona rossa, arancione e gialla

Indennizzi, bonus, tasse posticipate. Sono questi i canali di aiuto decisi dal governo per le Partite Iva colpite dai lockdown, dalle chiusure e dalle misure restrittive dei Dpcm del Premier Conte. Per sostenere una parte importante del tessuto economico italiano, sono molteplici le misure introdotte fin dal primo lockdown e dall’inizio della pandemia. Adesso però si è deciso di cambiare strategia, individuando per zone più a rischio, una diversa assegnazione dei sussidi. 

Cosa significano le zone del governo 

Il governo ha deciso di dividere il territorio in zone, con tre diversi colori in base alla situazione epidemiologica. Le iene sono rosse, arancioni e gialle. La zona rossa è quella che già a marzo scorso è diventata tristemente famosa per la Bergamasca, Codogno e così via dicendo. 

Con la zona rossa si indicano le aree del Paese con misure più restrittive. In queste zone vigono le misure più severe, anche di restrizione delle libertà personali. Perfino l’uscita di casa deve essere accuratamente motivata. Scuole in Dad dalla seconda media e chiusure di bar, ristoranti, negozi, con autocertificazione obbligatoria anche per la semplice uscita di casa. Nelle zone arancioni Le misure sono meno restrittive, bar e ristoranti aperti fino alle 18, ma non serve l’autocertificazione. In quelle gialle invece nulla di tutto questo e misure più morbide. 

Aiuti economici e zone 

Ma non è solo per le misure restrittive che la suddivisione in zone del Paese ha una certa incidenza. In effetti anche indennizzi, bonus e proroghe fiscali cambiano in base a queste differenze di colore. 

Il meccanismo degli aiuti è modellato proprio su questa suddivisione per zone. Ed il decreto Ristori-bis, prevede proprio queste differenti modalità di aiuto. 

Per le Partite Iva e le aziende, i bonus e le proroghe fiscali sono direttamente allineati alla classificazione delle Regioni in base alla gravità della pandemia, come stabilito dal Ministero della Salute. In base al domicilio fiscale delle varie attività quindi, c’è chi avrà un vantaggio maggiore in termini di aiuto.

Una specie di operazione di equità quindi, con chi ha subito maggiormente le restrizioni, che verrà aiutato con una forza maggiore rispetto a chi non ha subito duramente le restrizioni.

Sarà così per il contributo a fondo perduto per esempio. Ma anche per il rinvio delle tasse. Ricapitolando, zona gialla, zona arancione e zona rossa incideranno  sulle misure di sostegno che verranno quindi in un certo modo,  graduate in relazione alle restrizioni previste dai Dpcm.

Contributi in base alle zone, cosa succede

Ci sono aiuti che non cambiano da Regione a Regione ed in base al colore della zona. Per esempio, ci sono Partite Iva e attività, come previste dal decreto Ristori, che verranno aiutate dai contributi a fondo perduto su tutto il territorio nazionale. Tali attività sono quelle  individuate dal primo allegato del primo decreto Ristori, con i relativi codici Ateco.

Poi ci sono gelaterie e pasticcerie, anche ambulanti, bar e altri esercizi simili senza cucina, che nelle zone rosse e arancioni hanno diritto ad un surplus sul contributo a fondo perduto rispetto a quanto originariamente stabilito nel decreto Ristori uno. E un contributo a fondo perduto ex novo è quello introdotto dal decreto Ristori Bis per le attività di cura alla persona delle zone rosse. 

In caso di cambio colore per una zona, cioè quello successo ieri per esempio a Friuli, Emilia Romagna e Marche che sono diventate da gialle ad arancioni, o in Toscana e Campania passate a zone rosse, le Entrate dovranno avere strumenti atti a cambiare e se necessario integrare il sostegno erogato.

Posticipo delle tasse, cosa cambia in base alla zona?

Anche il rinvio delle tasse già prestabilito verrà influenzato dalla tipologia di zona dove ha domicilio una attività o sede una Partita Iva. Per esempio, il secondo acconto Irpef, quello Ires e quello Irap, come previsto dal decreto Ristori-bis verrà prorogato al 30 aprile 2021. Una novità che non terrà conto di cali di fatturato solo se riguarderà attività che hanno la loro sede nelle zone rosse e  per le quali sono approvati gli ISA.