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Cashback rinviato il maxi-premio di dicembre, ecco quando partirà

Ormai ci siamo. Con il piano cashback, il Governo è pronto a fare sul serio. Il suo avvio pare confermato per l’ormai imminente mese di dicembre, anche se – probabilmente – si registrerà un lieve ritardo. Giusto qualche giorno in più prima di veder rispettate le promesse fatte dall’esecutivo. Ad ogni modo, rimane immutato e intoccabile, il maxi-rimborso previsto per gli acquisti compiuti nel periodo natalizio. Ma non corriamo troppo. Sebbene sull’argomento ci siamo soffermati in diverse occasioni, evitiamo di bruciare le tappe e procediamo per gradi. 

Anzitutto, la domanda principale, che, se lasciata senza risposta, rende totalmente incomprensibile tutto quanto diremo nel prosieguo: cos’è il cashback? Ebbene, con il piano cashback ci riferiamo a un meccanismo che prevede un rimborso per le spese effettuate nei negozi con app, bancomat, carte di credito e di debito. Insomma, gli acquisti andranno fatti di persona presso gli esercizi commerciali fisici. La misura non contempla, al contrario, gli ordini spediti online. Del resto, l’obiettivo perseguito dalle istituzioni è sì di incentivare gli acquisti dei cittadini e di rimettere così in moto l’economia, ma anche di aiutare i titolari di negozi al dettaglio, pesantemente colpiti dall’emergenza sanitaria. Le restrizioni disposte per tenere a bada i contagi hanno posto un pesante freno all’attività di tanti operatori e tante famiglie che, in questo preciso istante, stanno soffrendo, e pure parecchio. Se i colossi e-commerce hanno paradossalmente (fino ad un certo punto…) tratto beneficio della situazione, le piccole realtà sono in crisi e c’è l’assoluto bisogno di rendere un po’ meno buie le feste, in fondo sempre più vicine.

Cashback: doppio fine 

manette banconote

Il sistema è stato pensato, testato e consolidato con un secondo fine, di pari o addirittura maggiore importanza: contrastare la piaga, tuttora diffusa, dell’evasione fiscale, disincentivando i pagamenti in contanti. Le transazioni compiute ricorrendo con le app, il bancomat, le carte di credito e di debito sono tracciabili: sollecitarne l’uso ha un doppio perché.  

Il problema che si pone il Consiglio dei Ministri e in generale le autorità incaricate di decidere sulla questione riguarda la partenza del cashback. Sembra fuori luogo l’invito a effettuare acquisti di persona in questo periodo, considerando che ai cittadini si chiede di evitare gli spostamenti e gli assembramenti. L’incentivo concesso rischia di sortire l’esatto effetto opposto, di conseguenza c’è chi accusa i piani alti di contraddirsi. Alla luce dei numerosi interessi in ballo, sono attualmente in corso i dialoghi fra le parti, così da individuare la soluzione maggiormente in grado di fare contenti un po’ tutti.  

L’idea messa sul piatto consisterebbe nel rinviare la partenza del piano cashback di pochi giorni. Secondo quanto riporta infatti il noto quotidiano La Repubblica la data da segnarsi sul calendario sarebbe quella dell’8 dicembre, per un ritardo di una settimana esatta rispetto al via libera, inizialmente ipotizzato per il 1° di dicembre. La misura poi entrerà a regime dal mese di gennaio 2021. 

Il cashback e il maxi-premio di dicembre

carta di credito passata sul pos

Rimane il desiderio di stanziare un super-bonus per gli acquisti di Natale. La restituzione delle spese giungerà fino a 150 euro per il solo mese di dicembre, ma esclusivamente nel caso in cui l’utente compia almeno 10 operazioni con carte o app. Il premio sarà uguale a quello di un intero semestre e l’accredito sul conto corrente del beneficiario potrebbe già arrivare a febbraio. Per finanziare il rimborso sperimentale di dicembre il Governo ha già stanziato 230 milioni di euro. 

Come funzionerà il cashback da gennaio

faccina sorridente cashback

Dal 1° gennaio del 2021 il cashback entrerà definitivamente a regime, con premi assegnati di semestre in semestre. Con tale sistema si arriverebbe fino al 30 giugno del 2022. Il meccanismo stabilisce un rimborso pari al 10 per cento per gli acquisti pagati con app e carte, per un massimo di 150 euro a semestre ma esclusivamente se vengono effettuate almeno 50 operazioni, un limite fissato allo scopo di incentivare anche i micro-pagamenti.

L’entità massima del rimborso ammonta allora a 300 euro l’anno. Alle singole spese viene inoltre attribuito un limite: quelle superiori ai 150 euro varranno comunque un rimborso massimo di 15 euro. I rimborsi sono previsti per luglio 2021, gennaio 2022 e luglio 2022. 

Partecipazione su base volontaria

Disegno smartphone cashback

All’iniziativa cashback sancita dal Governo hanno modo di partecipare i cittadini con almeno 18 anni, ovvero maggiorenni, e residenti in Italia. Per aderirvi occorrerà l’app Io, a cui si accede tramite lo Spid. Ai cittadini toccherà caricare il relativo codice fiscale e il numero IBAN su cui desiderano percepire il rimborso e indicare le metodologie di pagamento da associare al proprio codice fiscale. Il meccanismo introduce pure un premio supplementare per i 100 mila maggiori utilizzatori, che ogni mese riceveranno 1.500 euro, con le graduatorie che ripartiranno da zero ad ogni semestre. Il massimo potenziale a cui è possibile arrivare è un premio annuale di 3.300 euro, tra le due tranche da 1.500 euro per essersi ‘classificati’ tra i primi 100 mila utilizzatori e i 150 euro per avere compiuto almeno 50 operazioni per ciascun semestre. Il totale sale a 3.450 euro se pensiamo ai rimborsi del mese di dicembre. 

Il decreto attuativo MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) contempla una strategia “anti furbetti”. Sono infatti vietati i frazionamenti fittizi dei pagamenti effettuati con metodi di pagamento elettronici riferibili, presso il medesimo esercente, allo stesso acquisto.

Il bonus Bancomat e pos fa parte del più ampio piano cashless, che il nostro Paese sta portando avanti a step graduali, sin dal Governo Monti, per limitare l’uso di contante e contrastare, almeno in parte, il fenomeno del “sommerso” che grava in maniera pesante sui conti dello Stato. In base alle rilevazioni condotte dalla Banca d’Italia nel 2012, i complessivi costi sociali del contante sono stimati in 15 miliardi, pari a l’1 per cento circa del Prodotto Interno Lordo. Il 51 per cento di tali costi è sostenuto dalle aziende (46 per cento nella media europea), il 49 per cento è a carico di banche e infrastrutture per l’offerta dei servizi di pagamento (54 per cento nella media europea). Essendo tracciabili, i pagamenti elettronici possono essere uno strumento di lotta all’evasione fiscale, che in Italia sfiora i 200 miliardi di euro, rispetto ai 125,1 miliardi della Germania e ai 117,9 miliardi della Francia.