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Cessione del quinto: ecco quando è possibile richiederla per i dipendenti delle forze armate

La cessione del quinto è un prestito particolarmente vantaggioso per il contraente perché consente di ottenere dei soldi in poco tempo, questi, poi, dovranno essere restituiti in modo dilazionato, con una pressione fiscale non gravosa, che dà la possibilità di fare una vita dignitosa. Il nome di tale finanziamento, infatti, descrive anche la modalità della rata: si tratta di destinare 1/5 dello stipendio, che equivale al 20% dello stesso, alla banca che ha concesso i contanti. 

Non bisognerà ogni mese recarsi presso uno sportello bancario per procedere con il versamento ma la cifra che dovrà essere data indietro, verrà detratta direttamente dal proprio salario. È il datore di lavoro, se si parla di privati, o direttamente l’INPS, per i dipendenti pubblici, a saldare i conti. Non tutte le categorie di lavoratori, però, possono richiedere la cessione del quinto, è necessario essere dei dipendenti, dei pensionati o arruolati nelle forze armate.

Cessione del quinto per i dipendenti delle forze armate

Vi è anche la cessione de quinto pensata per le forze armate, ovvero per tutti coloro che sono alle dipendenze del ministero della difesa, quindi lavoratori impiegati nel pubblico. In tale categoria si annoverano carabinieri, guardia di finanza, esercito, aeronautica militare, marina, polizia di stato e anche vigili del fuoco. Tra questi lavoratori ci sono militari ma anche civili, entrambi possono accedere a tale tipo di finanziamento. 

Un vantaggio che hanno è quello di non necessitare di altre garanzie, come cifre accantonate, ad esempio il TFR (Trattamento di Fine Rapporto), beni immobili o altro. Inoltre possono usufruire di sgravi sulla tassazione relativa alla cessione del quinto il che rende il prestito ancora più conveniente. Bisogna anche considerare che tale finanziamento non è finalizzato, quindi non deve essere dichiarato il fine per il quale si useranno i soldi ricevuti, si possono sfruttare per risollevarsi in periodi non floridi, apportare migliorie alla propria abitazione, aiutare persone care e tanto altro.

Per sapere qualche informazione in più circa la cessione del quinto per le forze armate si possono consultare dei siti specifici che redigono articoli dedicati, in cui c’è la possibilità di leggere notizie aggiornate e complete, raccogliere informazioni e, infine, prendere una decisione in relazione alle proprie esigenze.

Caratteristiche di questo prestito

La cessione del quinto, come accennato, ha molti aspetti favorevoli per chi richiede il finanziamento, oltre a non dover dichiarare per cosa verranno usati i soldi, si ha la certezza che l’importo della rata non cambierà per tutta la durata dello stesso. Ciò vuol dire che il Tan (Tasso annuo nominale) e il Taeg (Tasso annuo effettivo globale) sono fissi per questo tipo di contratto. La cifra massima richiedibile, a seconda delle situazioni, arriva all’incirca a 35.000 euro, che è di tutto rispetto qualora si abbia bisogno di liquidità, la restituzione può avvenire tra i 2 e i 10 anni. È bene sapere che anche i pensionati che hanno lavorato all’interno delle forze armate possono ottenere questo tipo di prestito, con le medesime caratteristiche di chi, invece, è ancora in servizio.

Quando si stipula la cessione del quinto è obbligatoria un’assicurazione che consente sia all’istituto bancario scelto, ma anche al beneficiario, di stare al sicuro qualora non si riesca a rifinanziare il mutuo per differenti cause, come la morte del contraente.

Le tempistiche per attivare il finanziamento sono abbastanza veloci e c’è pure la possibilità di ottenere un anticipo, qualora ci sia bisogno dei soldi in brevissimo tempo. I requisiti da avere per ottenere la cessione del quinto, oltre che essere dipendenti delle forze armate, sono: avere un contratto a tempo indeterminato, o determinato non più breve di 3 anni, che sussiste da almeno 4 anni, avere una busta paga regolare ed essere iscritti alla Gestione Unitaria delle Prestazioni sociali e creditizie, un fondo istituito dall’INPS la cui adesione è obbligatoria per tutti coloro che lavorano nel pubblico.