È dura resistere all’intramontabile fascino delle antiche monete romane. D’altra parte sono passate nelle mani dei più grandi imperatori della storia come, ad esempio, Giulio Cesare e Vespasiano. Proprio questo senso di grandezza contribuisce a incrementare in modo sensibile il loro valore agli occhi dei collezionisti.
Monete romane: la prima Zecca intorno al 200 a.C.
Le monete romane vengono introdotte durante la seconda era repubblicana. All’epoca erano conosciute con il nome di aes ed erano costituite da pezzi realizzati in bronzo, caratterizzati da segnatura variabile. Nel primo decennio del 200 a.C. si istituì una vera e propria Zecca. Allora fu stampato il celeberrimo quadrigato. Trascorso poco tempo ci fu l’emissione del celebre Denario, prodotto in argento. Il Denario divenne la principale moneta romana, in quanto la più impiegata.
Seguivano per ordine di importanza il Sesterzio, il Dupondio, il Trente, l’Asse, il Semisse, il Quadrante, l’Oncia ed il Quinunx. Intorno all’anno 200 d.C. l’Antoniano sostituì il Denario ed ancora oggi è uno dei pezzi ambiti e popolari tra i collezionisti. A seguito della conquista della Gallia, cominciarono a comparire pure gli esemplari realizzati in oro, tipo il Solido. Ovviamente quelli bronzei continuarono ad essere i più comuni.
La quotazione del Solido e “segni particolari”
Le varie versioni sono oggi presenti sul mercato a quotazioni davvero significative. Perciò, laddove un tuo avo te lo abbia lasciato in eredità, sii già grato. Il pezzo più interessante? Probabilmente il Solido. Introdotto fra il 402 e il 406 d.C. da Onorio, è una moneta d’oro dal peso di circa 4,5 grammi.
Rinvenuto nel portico dell’area di Sant’Eulalia, riporta sul dritto il busto di Onorio e la legenda Dominus Noster Honorius Pius Felix Augustus; sul rovescio è sempre raffigurato l’Imperatore Romano d’Occidente, con la testa rivolta verso sinistra, che con il piede calpesta un nemico vinto. Questo cimelio è particolarmente bramato dagli appassionati facoltosi e può essere battuto nelle aste anche a 1.000 euro.