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Guasti e rottura prodotti: come non perdere la garanzia

In teoria è un controsenso, ma con il passare dei decenni sembra che la tecnologia, almeno da un punto di vista della longevità dei prodotti immessi in commercio, sia in qualche modo regredita. Oggi tutti gli elettrodomestici costano meno rispetto a quelli di cinquant’anni fa e ciò li rende più facilmente sostituibili. Tuttavia, i dubbi dei consumatori permangono e in particolare è diffusa la convinzione che ci sia sotto altro dietro la scarsa durata, nello specifico la cosiddetta obsolescenza precoce. 

La legge europea tutela la categoria dei consumatori stabilendo che ciascun articolo deve avere una durata di vita pari ad almeno due anni. In tale biennio è riconosciuta la garanzia – ovvero la sostituzione o la riparazione – in caso di guasti. Insomma, è la garanzia contro i prodotti difettosi. Purtroppo, però, riporta il sito La Legge per Tutti, in un articolo scritto in collaborazione con Altroconsumo, talvolta è più facile aprire il portafogli che far valere i propri diritti. 

In base ai dati raccolti dall’Unione Europea, nel periodo compreso tra il 2004 e il 2012 il numero di apparecchi che ha avuto bisogno di essere cambiato è salito dal 3,5 all’8,3 per cento. Secondo una recente ricerca dello European Environmental Bureau, la longevità degli smartphone è in media di tre anni, mentre una lavatrice su dieci finita in discarica non aveva nemmeno cinque anni di vita.

Stabilire quanto un oggetto dovrebbe durare è complicato. Naturalmente se si rompono spesso gli oggetti ciò può dipendere dal nostro cattivo utilizzo, però non necessariamente. Ormai parecchi studi sono giunti alla conclusione che l’industria abbia elaborato e messo in pratica stratagemmi per indurci all’acquisto di nuovi articoli anziché tentare di ripararli. Una via per impedire la riparazione degli apparecchi consta nel ridurre la reperibilità dei pezzi di ricambio sul mercato. Se certe case produttrici giocano sporco, la legge ci lascia soli, succubi delle loro pratiche? Proviamo a capirci di più e analizziamo i nostri diritti. 

La garanzia

Prodotto garanzia

La garanzia al consumo è il primo strumento di difesa contro l’obsolescenza precoce. Lo prevedono espressamente le normative in vigore e non vi può derogare nessun contratto. In pratica, il legislatore statuisce che, qualora nel primo biennio dall’acquisto il prodotto finisca per rompersi a causa di un difetto intrinseco, cioè non dipeso dal cattivo uso, il venditore abbia l’onere di procedere alla relativa riparazione in tempi ragionevoli o sostituirlo con uno equivalente. La scelta compete al cliente e non al venditore, che, peraltro, non può chiedervi di spedire, a vostre spese, l’oggetto al produttore. Deve farlo lui stesso, se non è in grado di procedere direttamente alla riparazione. 

Se la riparazione dovesse risultare impossibile (magari perché non sono più disponibili i pezzi di ricambio) o antieconomica e prodotti analoghi non sono più in vendita, potete adottare tra una delle seguenti soluzioni:

  • la restituzione dei soldi spesi, dietro restituzione del prodotto acquistato;
  • la riduzione del prezzo di vendita e dunque un parziale rimborso. 

Occhio, però, perché il commerciante non può limitarsi a rifilarvi un semplice buono spesa o uno sconto su altri beni. Se, infatti, optate per la risoluzione definitiva del contratto è tenuto a rimborsarvi. 

Il ricorso all’AGCM

sede agcm

Non appena vi rendete conto che un produttore prova sistematicamente ad appiopparvi prodotti che non durano un lasso di tempo ragionevole avete la facoltà di presentare ricorso all’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) che, in tali circostanze, può comminare pesanti sanzioni alla casa produttrice. Sebbene non ve ne verrà nulla in tasca, avrete quantomeno la soddisfazione di aver agito nell’interessa della collettività, imponendo a una azienda di osservare i diritti dei consumatori.

I precedenti dicono che l’AGCM ha già punito in passato i produttori di cellulari. Ad esempio è accaduto con Samsung e Apple per i loro device che, ad ogni aggiornamento del software, predisposto in automatico, puntualmente si rallentano. Una condanna esemplare, che, tuttavia, non ha comportato il risarcimento della parte lesa, cioè degli utenti danneggiati.

Ad avviso dell’Authority, le politiche delle società atte a favorire l’obsolescenza precoce dei beni di consumo sono suscettibili di integrare scorrette pratiche commerciali, secondo quanto statuisce il Codice del Consumo. Nelle fattispecie più gravi, si possono persino configurare gli estremi dell’illecito penale. Insomma, è assolutamente corretto parlare di truffa per gli smartphone lenti in seguito ad aggiornamento. 

Le recensioni negative

Scrivere una recensione negativa è, senza ombra di dubbio, una soluzione decisamente più veloce rispetto all’intentare una causa e, a volte, riesce a suscitare una attenzione maggiore del costruttore in confronto a un giudice. Fate bene attenzione nel non usare la parole truffa se non avete a disposizione le prove del reato. Altrimenti rischiate di beccarvi una denuncia per diffamazione. D’altro canto, avete la possibilità di descrivere il disagio o l’assenza di disponibilità da parte del produttore o del venditore ad accorrere in vostro aiuto.  

Obsolescenza precoce: cosa dice la legge

martelletto codice

Nel nostro Paese non esiste ancora uno specifico quadro normativo in contrasto all’obsolescenza precoce. Sulla scena europea, invece, stanno giungendo importanti novità. A partire dal 2021 i componenti di ricambio per aggiustare un elettrodomestico in commercio dovranno essere reperibili per un arco temporale non inferiore a 7 anni dalla data di acquisto (limite minimo portato a 10 anni nel caso di alcune parti di lavatrici, frigoriferi, asciugatrici e lavastoviglie). Ciò pure dopo la fine della produzione di quel particolare modello. Sono, inoltre, inclusi alimentatori, display, impianti di illuminazione, motori elettrici, televisori, trasformatori. Finora l’esclusa eccellente è la categoria dei computer portatili, smartphone e tablet, tra gli apparecchi più delicati. 

I pezzi di ricambio dovranno essere reperibili entro un massimo di 15 giorni dall’istante in cui il riparatore inoltra la richiesta. L’assenza dei pezzi di ricambio è una delle cause principali che induce a comprare dispositivi nuovi invece di ripararli, una volta superati i due anni di garanzia. 

Oggi diversi apparecchi sono assemblati in maniera tale da impedire l’accesso ad alcune parti in caso di guasto e dunque può capitare che un malfunzionamento, risolvibile di per sé, comprometta l’intera riparazione. Le nuove norme del regolamento europeo obbligano i produttori a prevedere un design che renda i device semplici da smontare e pertanto da riparare, laddove se ne presenti la necessità. Infine, la legislazione comunitaria impone, già al momento della progettazione, nuovi requisiti che allunghino il ciclo di vita del bene, migliorandone la manutenzione e il riutilizzo.