È un’eventualità concreta, dinanzi alla quale è sempre meglio farsi trovare pronti. Hai presentato domanda di finanziamento a un Istituto di credito e la risposta non è quella auspicata: mutuo non concesso. Forse la decisione dipende da un errore tuo o magari è frutto di una situazione irrimediabile.
Mutuo non concesso: la banca deve spiegare perché
Motivi finanziari, legali, di opportunità. Ci sono diverse ragioni per cui il mutuo non viene concesso dalla banca. Non sempre c’entra la situazione patrimoniale o reddituale del richiedente. Ad esempio, possono incidere le caratteristiche della casa che si desidera ristrutturare o acquistare. Tuttavia, la banca non può dire di no con totale nonchalance. Esistono infatti, anche da un punto di vista legale, dei vincoli obbligatori da rispettare.
Ad esempio, l’ente creditizio non può avviare i negoziati e poi tirarsi indietro respingendo la domanda senza un apparente motivo. Ciò costituirebbe una violazione dell’obbligo di correttezza e buona fede stabilito dal legislatore. Tanto meno ha facoltà di ignorare la sua mission, ovvero il ruolo a tutela del sistema finanziario e creditizio, mediante una sana e oculata gestione dell’attività intrapresa.
La nozione di “cliente”
Infine, bisogna opportunamente dosare le parole: nella nozione di “cliente” la normativa non contempla soltanto chi ha già un rapporto in essere con l’Istituto, ma anche chi sta per avviare una trattativa. In entrambi i casi la controparte è tenuta a mostrare lo stesso tipo di tutela e di comportamento.
Se la banca si rifiuta di concedere il mutuo ed il cliente (o potenziale tale) ravvisa il mancato rispetto di alcuni dei principi sopra indicati, quest’ultimo avrà diritto a contattare l’Abf (Arbitro Bancario e Finanziario). Un organo super partes che ha, fra l’altro, sottolineato come la mancata concessione di un prestito senza giustificazioni, dopo aver dato al cliente l’impressione di un esito positivo della trattativa, esponga l’Istituto di credito a responsabilità e al relativo risarcimento.