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Pattuglia polizia penitenziaria

Polizia penitenziaria: ecco cosa rischi se ti ferma

Secondo quanto disciplina la legge italiana, diverse autorità di polizia sono preposte alla rilevazione e contestazione della infrazioni al Codice della Strada. Ciascuna di loro ha poteri e attribuzioni specifiche. Alcune hanno competenza generale su tutte le strade ed autostrade, tipo la polizia stradale, altre, invece, unicamente sulle prime (si pensi alla guardia di finanza o ai carabinieri).

In egual modo, certi agenti accertatori possono comminare sanzioni limitatamente ad un circoscritto luogo geografico, come ad esempio la polizia urbana che può elevare contravvenzioni unicamente nel territorio di riferimento o la polizia provinciale che ha modo di operare esclusivamente all’interno della Provincia di appartenenza. Essendole stata riconosciuta la facoltà di espletare il servizio stradale, pure la polizia penitenziaria ha diritto dal 2008 a fare le multe.

In tal senso va sottolineato come fino a poc’anzi era puramente di tipologia formale, in quanto gli addetti non riuscivano a mettere in atto i poteri attribuiti e a notificare i verbali di contravvenzione, non avendo in detenzione gli opportuni strumenti gestionali. Il quadro è notevolmente cambiato in seguito alla stipula di un accordo con Poste Italiane, che dà modo alla polizia penitenziaria di accedere al servizio integrato per le notifiche dei verbali di violazione al Codice della Strada. 

Polizia penitenziaria: cos’è e quali compiti svolge

Polizia penitenziaria auto

Le Forze dell’Ordine italiane sono cinque: 

  • Carabinieri;
  • Guardia di Finanza;
  • Polizia Penitenziaria;
  • Polizia di Stato;
  • Vigili del Fuoco.

Analogamente alle altre, la polizia penitenziaria è sotto le dipendenze dell’amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia. Entrando nello specifico, si occupa principalmente di amministrare gli individui sottoposti a limitazioni della libertà personale o a provvedimenti restrittivi. Altresì svolge attività di pubblica sicurezza e polizia giudiziaria anche al di fuori dell’ambiente penitenziario, partecipa alla preservazione dell’ordine pubblico, di polizia stradale, di scorta a salvaguardia di magistrati e di personalità istituzionali (sottosegretari di Stato, ministro della Giustizia). 

I componenti dell’organismo assicurano la tutela della sicurezza e l’ordine pubblico all’interno degli istituti, eseguono i provvedimenti restrittivi della libertà personale, partecipano alle attività di trattamento e osservazione dei carcerati. Inoltre, si occupano pure di servizi di ordine, soccorso pubblico e sicurezza pubblica, nonché di traduzione dei ristretti, da istituto a istituto, presso i luoghi esterni e presso le aule giudiziarie in cui si tengono i processo e, in caso di ricovero, ottemperano al servizio di piantonamento. 

Come si qualificano gli agenti della polizia penitenziaria

Limitatamente agli appartenenti ai ruoli direttivi, gli agenti che appartengono alla polizia penitenziaria sono sostituti ufficiali di pubblica sicurezza. I rimanenti ruoli subordinati si qualificano in quanto agenti di sicurezza pubblica. I sovrintendenti, gli ispettori e i commissari sono ufficiali di polizia giudiziaria, anche fuori servizio lungo l’intero territorio italiano, analogamente a carabinieri e polizia. 

Come si diventa agente di polizia penitenziaria

Per entrare a far parte della polizia penitenziaria serve superare un concorso pubblico per esami, mediante un bando di concorso del ministero della Giustizia. In base alla qualifica, possono esserci delle aliquote riservate a persone già in servizio oppure ai figli delle cosiddette vittime del dovere. Una volta superato il concorso, è obbligatorio prendere parte a un corso formativo, la cui durata varia sempre in relazione alla qualifica:

  • 24 mesi per i commissari;
  • 12 mesi per i vice ispettori;
  • 9 mesi per gli allievi agenti;
  • 4 mesi per i vice sovraintendenti. 

La polizia penitenziaria può fare multe?

banconote da 50 euro con un verbale

Tra gli organi a cui il Codice della Strada consente di elevare e notificare verbali per violazioni è compresa anche la polizia penitenziaria. Più nel dettaglio, l’assolvimento dei servizi di polizia postale compete:

  • alla polizia stradale, in via principale;
  • alla polizia di Stato;
  • all’arma dei carabinieri;
  • ai funzionari del Ministero dell’intero addetti al servizio di polizia stradale;
  • al corpo forestale e al corpo di polizia penitenziaria dello Stato, in relazione ai compiti di istituto;
  • ai corpi e ai servizi di polizia municipale, nei limiti dell’area di competenza;
  • ai corpi e ai servizi di polizia provinciale, con riguardo alla zona di competenza;
  • al corpo della guardia di finanza.

Sulla base delle disposizione del Codice della Strada, pertanto, la stessa polizia penitenziaria ha la facoltà di elevare le contravvenzioni. Peraltro la stessa può vantare una esclusiva prerogativa. Difatti, oltre a poter fermare gli automobilisti per l’immediata contestazione delle infrazioni ha modo di eseguire verbalizzazioni a distanza, grazie alla presenza a bordo del detenuto, senza il vincolo della contestazione immediata. 

L’accordo con Poste Italiane Spa

Al momento dell’istituzione con provvedimento del capo del Dap (Dipartimento dell’amministrazione finanziaria), dal gennaio 2008 esiste il servizio di polizia stradale del corpo di polizia penitenziaria, che tre anni più tardi è diventato pienamente operativo, pure se in mancanza di un assetto gestionale a fondamento. In virtù di un accordo raggiunto e firmato con Poste Italiane Spa, il personale ha pienamente la possibilità di assolvere alle funzioni di polizia stradale, avvalendosi di una piattaforma tecnologica per l’amministrazione e la comunicazione delle contravvenzioni conseguenti a infrazioni del codice stradale. 

Il Dipartimento dell’amministrazione ha aderito, per la precisione, al Servizio integrato di notifiche o Sin atti, proposto da Poste Italiane Spa. Di conseguenza, la polizia penitenziaria ha modo di accedere al servizio in questione così da gestire la notifica e l’invio tramite posta dei verbali di violazione del codice stradale e gli incassi provenienti dagli atti notificati. 

Attraverso il ricorso alla piattaforma, gli agenti possono pure effettuare i seguenti servizi integrati:

  • la gestione dei punti-patente al fine della loro decurtazione;
  • le visure sui trasgressori;
  • le contravvenzioni all’estero;
  • la gestione della flotta auto;
  • la conservazione per il quinquennio stabilito dal legislatore delle cartoline degli avvisi di ricevimento, le quali serviranno come prova dell’avvenuta notifica dell’atto;
  • il collegamento alle banche dati. Sfruttando tale funzione, gli agenti della polizia penitenziaria hanno modo di identificare prontamente il proprietario del mezzo di trasporto e, pertanto, il responsabile dell’infrazione stradale. 

Quando è possibile opporsi ad un verbale della polizia penitenziaria

martelletto codice

La contravvenzione elevata ai guidatori per il mancato rispetto delle disposizioni stabilite dal Codice della Strada è opponibile analogamente a quello redatto dagli altri organi che svolgono il servizio di polizia stradale. Dunque, l’impugnazione è ammessa se il verbale non è legittimo poiché:

  • presenta un vizio di sostanza o di forma, che lo ha reso invalido. Relativamente ai vizi di sostanza si ritengono tali coloro che derivano dal mancato rispetto, da parte dell’amministrazione che ha punito il conducente, delle norme contenute nel Codice della Strada. Ad esempio, se nel luogo in cui l’infrazione è stata rilevata mancava la apposita segnaletica, indicante la presenza del divieto specifico (si pensi ad uno di sosta) oppure se viene inoltrato al precedente proprietario del mezzo dopo l’avvenuto passaggio di proprietà; 
  • dall’accertamento della violazione non è stato notificato entro la scadenza di 90 giorni di tempo, il termine prescritto dal legislatore. In questo caso il verbale è da considerarsi nullo. 

Come contestare le multe comminate dalla polizia penitenziaria

Partendo dal presupposto che la nullità di una contravvenzione non avviene in modalità automatica, bensì deve essere espressamente pronunciata dall’autorità in materia, ci sono diversi strumenti per contestare un verbale illegittimo per vizi di sostanza/di forma o per difetto di notifica. Il trasgressore ha l’onere di impugnare la sanzione nelle tempistiche e nelle modalità previste dal quadro normativo nazionale, così da scongiurare che la stessa diventi definitiva e, pertanto, non vi si possa più opporre. Insomma, il ricorso è proponibile dal trasgressore in uno dei seguenti modi:

  • in autotutela, all’ente che ha elevato la contravvenzione, via raccomandata con ricevuta di ritorno oppure tramite Posta Elettronica Certificata. Per tale tipologia di opposizione non sono previsti termini per la proposizione, anche se è il caso di rammentare i termini prescritti per il prefetto e il giudice di pace (che vedremo fra poco) poiché se decorrono e viene rigettato il ricorso in autotutela, non sarà più concessa l’impugnazione del verbale con le suddette due opzioni;
  • al prefetto, entro 60 giorni di tempo dalla notifica del verbale o dalla contestazione immediata. In tal senso è corretto sottolineare che il prefetto non compie una valutazione nel merito del caso ma accerta esclusivamente la formale regolarità dell’atto. Se ne deduce dunque che ha un raggio d’azione limitato e, nel momento in cui bisogna stabilire se opporre o meno opposizione ricorrendo al giudice di pace, conviene tenerlo a mente. Questa forma di contestazione è suggerita perciò nel momento in cui nella contravvenzione si ravvisino palesi errori o difetti di forma. Il ricorso è presentabile mediante raccomandata con ricevuta di ritorno oppure direttamente all’ente che ha irrogato la sanzione;
  • al giudice di pace, entro 90 giorni dalla notifica del verbale o dalla contestazione immediata, tramite la presentazione telematica sul portale istituzionale gdp.giustizia.it, raccomandata con ricevuta di ritorno o, ancora, deposito in cancelleria.