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Salario minimo: proposta di legge dall’Europa

Durante il suo primo discorso sullo stato dell’UE, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, nella seduta plenaria dinanzi agli eurodeputati, ha promosso l’idea di un salario minimo, a cui tutti abbiano accesso. La misura in questione andrebbe concordata tramite accordi collettivi o salari minimi per legge. 

Salario minimo: proposta di legge in arrivo

Von der Leyen ha comunicato che la CE presenterà una apposita proposta di legge; così da sostenere i Paesi membri nel creare uno schema per il salario minimo. Dopodiché ha spiegato di essere una convinta sostenitrice della contrattazione collettiva. Pertanto, la proposta rispetterà appieno le tradizioni e le competenze nazionali.

Tra gli obiettivi del Governo italiano figura da tempo quello di delineare un salario minimo, che punta ad una retribuzione almeno pari a 9 euro l’ora. All’esame del parlamento sono state in passato avanzate due proposte – una presentata dal Movimento 5 Stelle, l’altra dal Partito Democratico – senza però mai raggiungere l’intesa. 

Adesso, invece, con la spinta dell’UE, il disegno potrebbe trovare realizzazione. Nel frattempo, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha inserito il tema nelle linee guida del nuovo Piano nazionale di ripresa e resilienza per l’utilizzo del Recovery Fund.

Associato un dignitoso standard di vita

Nel documento si legge che l’introduzione del salario minimo legale assicurerà ai lavoratori nei settori a basso tasso di sindacalizzazione un livello reddituale associato ad un dignitoso standard di vita, scongiurando contestualmente il dumping contrattuale e consolidando la contrattazione nei comparti dove è carente.  

All’annuncio della presidente della Commissione UE hanno risposto con entusiasmo le nostre forze di maggioranza. Nunzia Catalfo, il ministro del Lavoro, ha sottolineato come il salario minimo costituisca da sempre un obiettivo suo e dell’intero M5S. Un’essenziale risposta per contrastare le pratiche illecite degli imprenditori e ridare dignità e futuro alle classi meno abbienti. Una risposta resa ancor più urgente e necessaria dalla pandemia.