CCSNews
Modello F24 IRPEF

Irpef: il Consiglio dei Commercialisti sfata un mito

L’Ufficio del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC) ha annunciato che i dipendenti e i pensionati versano l’84% dell’Irpef e non il 95% come aveva erroneamente notificato la UIL in un recente studio.

Nello specifico, dallo studio condotto dal CNDCEC è emerso come su un totale di 164,2 miliardi di euro di Imposta sul reddito delle persone fisiche risultanti dalle dichiarazioni dei redditi, quella dovuta da contribuenti il cui percepimento delle somme provenga prevalentemente da pensione o lavoro dipendente sia rispettivamente pari a 45,5 e 90,1 miliardi, per un equivalente dell’82,5% dell’ammontare complessivo e non del 94,7%. 

Irpef: lo studio del Consiglio Nazionale dei Commercialisti

Il CNDCEC ha comunicato che, a dispetto delle informazioni rese note in precedenza dalla UIL, dipendenti e pensionati pagano l’84% dell’Irpef e non il 95%. Inoltre, l’istituto ha affermato che i contribuenti le cui entrate derivino innanzitutto da attività di lavoro autonomo o di imprese esercitate in forma associata o individuale, non soggette a regimi forfettari, rappresentano il 7,1 per cento del totale dei 41,4 milioni di contribuenti Irpef, ma dichiarano il 14% dell’Irpef netta totale.

Dunque, il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili smentisce i dati raccolti dalla UIL negli scorsi giorni. 

Sfatato un mito

Alla luce della situazione venutasi a creare, il Presidente del CNDCEC Massimo Miani è intervenuto con fermezza sull’argomento. Senza spirito provocatorio, ma anzi per spegnere sul nascere le polemiche che informazioni inesatte e comunque parziali potrebbero provocare, non lascerà più passare sotto silenzio i tentativi periodici di fare sensazionalismo a danno dei professionisti e in generale delle partite Iva, per accreditare l’assurda ipotesi che quasi solo pensionati e dipendenti paghino l’Irpef e non anche le partite Iva.

D’ora in avanti Miani non lascerà perciò più passare l’idea che quasi esclusivamente dipendenti e pensionati versino l’Irpef, e non liberi professionisti e imprenditori.