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100 euro in più in busta paga: questo bonus è confermato per il 2021

La Legge di Bilancio 2021 conferma appieno il taglio al cuneo fiscale, il credito per l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche di 100 euro e, per i redditi sopra i 28 mila euro, la detrazione di 80 euro. Stiamo parlando del celeberrimo bonus Renzi, che, sebbene abbia ricevuto varie critiche nel corso del tempo, troverà ancora una volta applicazione il prossimo anno. Come funziona? In che importo è riconosciuto? Quali sono i requisiti previsti dalla legislazione italiana attualmente in vigore? Nei paragrafi seguenti sviscereremo l’incentivo in ogni suo punto, anche e soprattutto in quelli meno facilmente comprensibili, ovviamente in rapporto alle novità in programma. 

A partire dal 1° luglio 2020 il bonus Renzi ha cambiato fisionomia, da due punti di vista:

  • l’importo per i limiti di reddito da considerare;
  • la nuova detrazione sui redditi da lavoro dipendente. 

Il doppio intervento attuato dal Governo attualmente in carica ha portato avanti l’impegno in parallelo. Ricordiamo come il bonus IRPEF di 80 euro, introdotto dal Governo Renzi nel 2015 sia stato formalmente abolito, e al suo post sia riconosciuta la nuova agevolazione di 100 euro, erogata in busta paga ai titolari di redditi da lavoro dipendente non superiori a 100 mila euro. Ai titolari di redditi superiori a 28 mila euro e fino a 35 mila euro è attribuita una detrazione fiscale di 100 euro, ridotta in maniera progressiva fino ad azzerarsi una volta oltrepassati i 40 mila euro lordi. La Legge di Bilancio 2021 stabilisce la detrazione riconosciuta sopra i 28 mila euro di reddito. 

Il decreto legge n. 66 del 2014, all’articolo numero 1, ha introdotto il credito IRPEF erogato in busta paga e la Legge di Stabilità 2015 lo ha confermato. L’incremento fino a 100 euro e il nuovo taglio fiscale introdotto sono parte integrante del progetto per il taglio al cuneo fiscale, primo tassello della già annunciato riforma dell’IRPEF, ossia dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche. Al bonus Renzi di 80 euro, così come al nuovo bonus cuneo fiscale, non ha accesso chi ha un reddito annuo pari o inferiore a 8.174 euro, ossia i contribuenti in no tax area. Tale aspetto è bene ponderarlo a dovere, in quanto è uno dei casi più frequenti dove, in sede di conguaglio fiscale, le istituzioni competenti in materia richiedono la completa restituzione della somma corrisposta.  

Bonus Renzi 80 e 100 euro 2021: come funziona? 

bonus 80 euro Renzi

Introdotto con la Legge di Stabilità del 2015, il bonus Renzi di 80 euro si è trasformato in una misura mantenuta a regime e strutturale per l’intera categoria dei lavoratori dipendenti e assimilati. Nello specifico, consiste in un credito IRPEF elargito dal datore di lavoro in busta paga, tanto che si è pure parlato di bonus IRPEF 80 euro ed è strettamente associato all’importo corrisposto in busta paga al prestatore d’opera ed al periodo effettivo di attività. Il bonus 80 euro consta in un beneficio legato al reddito e fino al 30 giugno del 2020 ne avevano diritto i lavoratori con reddito pari o inferiore a 26.600 euro. Dall’agevolazione erogata nella forma di credito IRPEF sono esclusi i lavoratori con redditi complessivi fino agli 8.174 euro, ovverosia i c.d. incapienti d’imposta, poiché, in tale fattispecie, le detrazioni per lavoro dipendente sono pari o superiori all’IRPEF lorda dovuta. 

Quali meccanismi regolamentano il bonus Renzi 80 euro, introdotto dal decreto legge numero 66 del 2014? Esso è dato da un credito IRPEF riconosciuto al lavoratore dipendente o assimilato dal datore di lavoro, in modo diretto in busta paga e senza alcuna necessità di avanzare apposita richiesta. Fino al 30 giugno 2020 il bonus 80 euro spettava nella misura di 960 euro all’anno ai lavoratori con reddito complessivo pari o inferiore a 24.600 euro e progressivamente scendeva di ammontare per i titolari di reddito tra i 24.600 euro e i 26.600 euro. Come abbiamo anticipato in apertura, il taglio al cuneo fiscale ha preso il via dal 1° luglio 2020 e dal 1° gennaio 2021 entrerà pienamente in vigore. 

Anziché il bonus Renzi prende posto il bonus di 100 euro netti al mese, riconosciuto ai lavoratori dipendenti fino al limite di reddito di 28 mila euro all’anno. Per i titolari di redditi eccedenti tale soglia sarà invece corrisposta una detrazione fiscale, nella seguente misura: 

  • da 28.001 euro a 35 mila euro parte da 97 euro circa, fino alla progressiva diminuzione fino al limite di 80 euro;
  • oltrepassati i 35 mila euro di reddito e fino a 40 mila euro l’importo base di 80 euro gradualmente si riduce fino ad azzerarsi.  

Un altro interrogativo concerne i beneficiari. Ebbene, lo abbiamo già detto e lo ripetiamo cosicché la cosa non sfugga nemmeno ai lettori più distratti: il bonus Renzi di 100 e 80 euro è erogato in favore dei lavoratori titolari di reddito da lavoro dipendente o assimilato. 

I beneficiari del bonus 80 euro IRPEF nel 2021 sono nel dettaglio i lavoratori: 

  • titolari di reddito da lavoro dipendente o assimilati del settore privato e pubblico;
  • che percepiscono indennità di disoccupazione NASpI;
  • che ricevono assegni di cassa integrazione o di mobilità;
  • socialmente utili;
  • sottoscrittori di contratto a progetto a tempo determinato;
  • titolari di remunerazioni sacerdotali;
  • titolari di assegni legati a borse di studio o a formazione professionale;
  • soci di cooperative. 

Inoltre, il bonus Renzi è accordato anche a badanti e colf, tuttavia con regole ad hoc per quel che concerne il lavoro domestico. Difatti, non è il datore di lavoro a pagare l’importo, bensì questo viene erogato in sede di rimborso IRPEF e dopo la presentazione del modello 730. 

A partire dal 2016, il bonus di 80 euro è concesso anche ai lavoratori delle Forze dell’Ordine e quindi:

  • Capitaneria di porto;
  • Carabinieri;
  • Esercito;
  • Polizia;
  • Vigilia del fuoco. 

Requisiti di reddito, importo e novità

modello 730

Il bonus Renzi è misurato a seconda di requisiti reddituali specifici ed è correlato strettamente al numero di stipendi percepiti. Il bonus IRPEF, dicevamo, non è conferito per i lavoratori con reddito sotto la soglia di 8.174 euro, cioè nei paletti della no tax area. Il corrispettivo ammonterà a complessivi 1.200 euro all’anno, per i lavoratori con redditi pari o inferiori a 28 mila euro. Per i titolari di redditi superiori si riduce gradualmente all’incrementare del reddito, fino ai 40 mila euro, una volta superati i quali svanisce qualsiasi diritto. 

Rapporto di lavoro per frazione d’anno

Il bonus IRPEF sarà percepito per intero se il rapporto instaurato tra datore di lavoro e lavoratore è continuativo lungo l’intero anno. Se, al contrario, il contratto in oggetto non copre tutto l’anno saranno esclusivamente versati gli importi dei bonus relativamente ai mesi di lavoro effettivi ed il reddito da prendere in considerazione sarà proporzionale al periodo di impiego.

Chi deve restituirlo?

euro banconote

Il bonus Renzi è servito da pretesto a frequenti discussioni tra gli aspetti in ambito fiscale e, in generale, ai cittadini italiani, percettori e non della somma stanziata dalle autorità governative, poiché, in seguito alla presentazione della dichiarazione dei redditi, ogni anno, i lavoratori si ritrovano costretti alla restituzione totale o parziale del beneficio riconosciuto in precedenza da parte del proprio datore di lavoro in busta paga. I contribuenti che hanno l’onere di procedere al rimborso sono coloro i quali, in sede di dichiarazione dei redditi, si sono trovati a superare la soglia di reddito fissata per il riconoscimento dell’agevolazione. 

In sede di presentazione del modello 730 con riferimento al 2021, andrà effettuata una duplica verifica: 

  • per il bonus Renzi attribuito fino al 30 giugno 2020, la restituzione parziale o totale opererà per i titolari di redditi superiori a 26.600 euro;
  • per il bonus Renzi attribuito dal 1° luglio 2020, la restituzione parziale o totale opererà per i titolari di redditi superiori a 40 mila euro.

In qualunque caso, è tenuto a rimborsare il bonus Renzi chi si colloca nella no tax area, ossia ha incassato redditi sotto i 8.174,00 euro e che potrebbe aver ricevuto la somma in busta paga senza rispettare i giusti requisiti. Ma qual è la ragione secondo cui la restituzione interessa pure loro? Perché in tale circostanza sono al di sotto della no tax area e dunque non vi è capienza d’imposta. Proprio per questo motivo il suggerimento che ci sentiamo di fornire è quello di rinunciare al bonus Renzi qualora ci si trovi nelle situazioni al limite, ad esempio perché si nutre il dubbio di percepire o no redditi superiori a 8.174 euro. Se, al termine dell’anno considerato, il reddito avrà un valore che dà diritto al godimento del bonus Renzi, questi verrà versato in una unica soluzione con la dichiarazione dei redditi dell’anno di riferimento.