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Bonus figli 2021: cos’è, come funziona, requisiti ISEE

Il Consigli dei Ministri ha approvato il c.d. Family Act, un nuovo disegno di legge perfezionato dal Governo italiano al fine di semplificare e aumentare il supporto a favore delle famiglie. Tra i punti chiave c’è, anzitutto, il bonus figli a carico che parte dal 7° mese di gravidanza e prosegue fino ai 21 anni, ma senza nessuna sorta di limite per i figli con disabilità. Stanziati 3 miliardi di euro per il prossimo anno, che si sommeranno alla dote ottenuta dal riordino degli attuali aiuti. A regime l’assegno universale costerà 6 miliardi in più.  

Bonus figli riconosciuto a ogni famiglia

In audizione presso la Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, la ministra Elena Bonetti ha confermato che il contributo sarà riconosciuto a ogni famiglia, comprese le partite Iva ed incapienti. Per quanto riguarda l’importo concordato esso resta da valutare ma, in base alla proposta Lepri, si prevedevano 240 euro a figlio. Tale somma andrà aggiornata in relazione alle nuove direttive del Family Act; di sicuro sarà in base all’ISEE, al numero dei componenti della famiglia e all’età del figlio o dei figli a carico. 

La ministra Bonetti ha poi sottolineato che in caso di figli portatori di handicap ci sarà una maggiorazione tra il 30 e il 50 per cento e sarà garantita lungo l’intero arco della loro vita. Si tratta di una somma in denaro o di un credito d’imposta da impiegare in compensazione per i nuclei familiari. Per i figli successivi al terzo, l’assegno avrà, a propria volta, una maggiorazione. 

Quando un figlio è a carico

Un figlio è considerato a carico nel momento in cui il suo reddito è pari o inferiore ad euro 2.840,51 (o 4.000 se ha un’età pari o inferiore ad anni 24), calcolato tenendo pure in considerazione:

  • eventuali retribuzioni riconosciute da Organismi Internazionali, Enti, Chiesa, consolati, ecc.;
  • il reddito dei fabbricati, generato dall’applicazione della cedolare secca sulle locazioni; 
  • la quota esente dei redditi di lavoro dipendente svolto presso Paesi limitrofi e zone di frontiera in via continuativa oppure in esclusivo rapporto del soggetto avente residenza in Italia;
  • il reddito di lavoro autonomo o d’impresa soggetto al regime per le nuove attività produttive o all’imposta sostitutiva dei contribuenti minimi. 

La rendita catastale sugli immobili non dati in locazione assoggettati non va conteggiato nel reddito prodotto, al contrario di quella per la prima casa e relative pertinenze.