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Partita Iva inattiva: sanzioni, rischi e come si chiude

Sono moltissime ancora oggi le Partite Iva aperte e inserite nell’anagrafe tributaria, ma non operative. In casi del genere si parla di Partite Iva dormienti o semplicemente inattive. E a periodi più o meno costanti, l’Agenzia delle Entrate invia ai titolari di queste Partite Iva delle comunicazioni. Avere una Partita Iva inattiva fino a poco tempo fa esponeva il titolare anche a sanzioni di carattere amministrativo. Vediamo nello specifico di approfondire l’argomento e capire cosa si rischia e come risolvere la situazione.

Partite Iva e omessa comunicazione di cessazione attività

Aprire una attività in proprio presuppone l’apertura di una Partita Iva. Tra le perplessità che accompagnano molti soggetti che intendono aprire una attività in proprio riguarda proprio la Partita Iva.

Aprire una Partita Iva e non utilizzarla, cioè renderla inattiva (come la definisce l’Agenzia delle Entrate nelle comunicazioni di cui sopra), oggi è meno pericoloso di prima. Infatti il decreto Semplificazioni del 2016 ha eliminato pesanti sanzioni in capo ai titolari di Partite Iva dormienti. Fino a quel decreto, una Partita Iva inattiva esponeva il titolare a sanzioni amministrative e pecuniarie, perché si trattava di una autentica violazione amministrativa, cioè “omessa comunicazione di cessazione attività”.

Le sanzioni erano piuttosto rilevanti, con importi compresi tra i 500 ed i 2.000 euro e con la sanzione ridotta a 167 euro se si pagava in 30 giorni dalla avvenuta comunicazione da parte del Fisco.

Niente multa e cancellazione d’ufficio

La novità quindi, riguarda la cancellazione delle sanzioni. Ma questo non vuol dire che la Partita Iva dormiente può restare tale. Infatti a prescindere dalla cancellazione delle multe, l’Agenzia delle Entrate ha stabilito la chiusura automatica e d’ufficio per tutte le Partite Iva non attive da minimo 3 anni. In pratica, nonostante questi titolari di Partita Iva hanno effettivamente commesso la violazione di omessa comunicazione di cessata attività e nonostante si ritroveranno con la Partita Iva chiusa, eviteranno le sanzioni. La comunicazione dell’Agenzia delle Entrate adesso è quella con cui si avvisano o soggetti interessati, di questa chiusura d’ufficio della Partita Iva. I titolari oggetto della comunicazione, avranno 30 giorni dalla data di arrivo della comunicazione, per produrre ricorsi e memorie difensive nel caso in cui il loro interesse sia salvare la Partita Iva.

Come si chiude la Partita Iva senza farsela chiudere d’ufficio

La chiusura d’ufficio della Partita Iva non avendo più sanzioni è diventata più economica della chiusura regolamentare della stessa. Infatti pur non avendo costi diretti, la chiusura della Partita Iva per chi è iscritto al Registro delle Imprese presuppone la cancellazione da questo elenco. E tale cancellazione prevede alcuni costi.