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Spese di condominio: cosa accade se non le si paga

Una delle caratteristiche che ha il vivere in un condominio è il pagamento delle spese condominiali. L’amministratore di condominio tra i vari compiti che ha, detiene quello di riscossione delle quote dovute da ciascun condomino per le suddette spese. E la riscossione coattiva è pure una delle armi in mano all’amministratore di condominio per recuperare ciò che un condomino moroso non paga. Nei condomini infatti c’è l’obbligo di pagare le spese, ed è un obbligo imprescindibile, assoggettabile a sanzioni e brutte conseguenze.

Spese condominiali, il ruolo dell’amministratore

È l’amministratore del condominio ad avere in mano i conti di tutti i condomini in relazione alla vita all’interno del condominio stesso. La figura dell’amministratore di condominio è regolata dal nostro Codice Civile che da allo stesso amministratore il pieno controllo su questi conti

Fintanto che nei condomini la situazione dei pagamenti delle spese comuni è in regola, l’amministratore del condominio non ha particolari problemi da risolvere. In caso di morosità di uno o più condomini invece, le problematiche diventano molteplici.

In questi casi l’amministratore di condominio ha il diritto e il dovere (nei confronti dei condomini in regola), di provvedere alla riscossione anche del condomino moroso. E in questi casi può andare ad adottare anche misure di riscossione forzata.

Dovere e diritto dunque dell’amministratore di condominio, perché egli è tenuto a far pagare tutto a tutti per le loro quote spettanti e se non ottempera a questo compito può rischiare anche di essere rimosso dall’incarico.

Spese condominiali, non pagarle può causare problemi

Come dicevamo, l’amministrare del condominio  può usare strumenti di riscossione forzata nei confronti di un condomino moroso e lo fa in base all’articolo 1129 del Codice Civile vigente.

“L’amministratore è tenuto alla riscossione forzata delle somme dovute dagli obbligati entro 6 mesi dalla chiusura dell’esercizio nel quale il credito esigibile è compreso”, questo ciò che recita testualmente l’articolo.  

L’amministratore per adempiere a questo suo obbligo deve inviare una lettera raccomandata al condominio moroso. Una lettera di sollecito in cui va indicato l’ammontare del debito che il condomino moroso ha nei confronti del condominio.

Se la raccomandata non da esiti, cioè se il condomino moroso continua a non pagare, l’amministratore ha il diritto e dovere di andare avanti nella procedura coattiva.

La seconda fase infatti è un decreto ingiuntivo, con un Tribunale che lo emette dopo richiesta dell’amministratore. E  si tratta di un decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo, con tutte le conseguenze che scattano dopo.

Infatti si passa ai pignoramenti e alle confische dei beni del debitore. Non pagare le spese condominiali quindi, espone il condomino moroso a pignoramenti sui crediti, sui beni mobili, sui beni immobili, sullo stipendio, sulla pensione  e così via dicendo. In ultima istanza, se il condomino moroso e debitore è nullatenente e incapiente, la procedura prevede che  il tribunale possa passare ad autorizzare il condominio a trattenere eventuali canoni di locazione percepiti dal debitore, fino alla soddisfazione piena del debito.