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In pensione 5 mesi prima nel 2023? tutto confermato

La pensione di vecchiaia in Italia si centra a 67 anni di età con 20 anni dio contributi versati. Sono le regole generali del sistema pensioni italiano e sono i limiti che riguardano una delle due misure pilastro dell’intero sistema, cioè la pensione di vecchiaia. Da gennaio 2019 i 67 anni di età sono diventati il limite a partire dal quale i lavoratori che raggiungono la carriera minima a livello contributivo, devono poter lasciare l’attività e andare in pensione. Ma non sempre è così, perché deroghe ne esistono e sono tante.

La pensione a 67 anni

Quindi, a 67 anni si può andare in pensione una volta raggiunti i 20 anni di contributi. Ma con la giusta situazione reddituale (scarsa), a 67 anni senza considerare i contributi, si può ottenere l’assegno sociale. In questo caso infatti, anche chi non ha mai avuto contributi accreditati, se ha redditi bassi, può ricevere questo trattamento assistenziale. In alcuni casi bastano 15 anni (le tre deroghe Amato), ma l’età non cambia e resta a 67 anni.

I lavori gravosi

Perché dal 2019 l’età pensionabile è arrivata a 67 anni? per capire questo bisogna partire dall’aspettativa di vita. Infatti dal primo gennaio l’età pensionabile in base all’aumento della vita media degli italiani, passò da 66 anni e 7 mesi a 67 anni. Sono stati 5 mesi di aumento che però non hanno inciso per qualcuno. Che pertanto continueranno a poter andare in pensione con l’età di prima. SI tratta dei lavori gravosi, e cioè di quelle categorie di lavoratori che rientrano in una delle 15 attività che per esempio consentono l’uscita con la Quota 41 precoci.