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Pensione a 64 anni

La pensione a 64 anni resta ma cambia un requisito

Resta la pensione a 64 anni anche nel 2023 ma diventa sempre più elitaria e rivolta sempre più a gruppi ristretti di lavoratori.

Anche se nessuno ne parla nessuna modifica interviene sulla pensione anticipata contributiva. Quella prevista dalla Legge Dini che prevede l’uscita a 64 anni per chi ha almeno 20 anni di contributi. Tutti versati a partire dal 1996 o calcolati con il computo in Gestione Separata. Ma il 2023 porta un’amara sorpresa anche per questa misura innalzando uno dei requisiti. Quello che di per se già era difficile raggiungere.

Pensione a 64 anni

La pensione a 64 anni prevista dalla Legge Dini resta ma cambia il requisito legato all’importo. Perchè la misura prevede 3 requisiti per l’accesso:

  • aver compiuto almeno 64 anni di età;
  • aver maturato almeno 20 anni di contributi tutti versati nel sistema contributivo puro;
  • che l’importo dell’assegno sia pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale INPS.

La sorte ha voluto che quella che ci sarà il 1 gennaio 2023 sia una delle rivalutazioni più ricche di sempre. Per adeguare le pensioni al costo della vita salito vertiginosamente per colpa dell’inflazione. E con le altre misure, anche l’assegno sociale sarà rivalutato.

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E se oggi, con l’assegno sociale che vale 468 euro mensili, per accedere alla pensione a 64 anni basta un assegno di 1310 euro circa mensili. Dal 2023 non sarà più così.

Il prossimo anno l’importo dell’assegno sociale sarà rivalutato al 7,3% e raggiungerà l’importo di 503 euro mensili circa. Per avere la pensione anticipata contributiva sarà necessario avere un assegno di almeno 2,8 volte l’assegno sociale. Ovvero 1.408 euro al mese.

Un importo difficile da raggiungere

Che diciamoci la verità, è un importo quasi impossibile da raggiungere con una pensione calcolata nel sistema contributivo con soli 20 anni di contributi versati. A meno che non si possa vantare una carriera breve, sì, ma dalle retribuzioni molto molto alte. Cosa molto rara e sicuramente non alla portata di tutti.

Si tratta, quindi, si una forma di pensionamento molto elitaria che, da sempre, non coinvolge una platea molto ampia di lavoratori.