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Posso andare in pensione con pochi contributi? Ecco come fare!

C’era una volta un magico castello dorato… No, forse andare per metafore non è la scelta migliore. Però, sì, c’era una volta un Paese florido economicamente, terra delle opportunità e capace di garantire ai propri cittadini dei sacrosanti diritti. Quel Paese si chiamava Italia e tra i diritti che un tempo davamo per scontati figura la pensione. In passato il riconoscimento del trattamento previdenziale era sicuro. Lavoravi ininterrottamente per decenni, mettevi su famiglia e infine, dopo un’intera esistenza di sacrifici e rinunce, potevi goderti i frutti di quanto di buono avevi seminato. 

Un pizzico di nostalgia (forse anche di più…), naturalmente, affiora, se paragoniamo la situazione di allora con quella attuale. Sorvoliamo, se possibile, sulla pandemia scoppiata e i pesanti danni arrecati a molti settori, che hanno inevitabilmente spinto il Governo a riconoscere un insieme di bonus e agevolazioni alle categorie più bersagliate. 

Ancor prima dell’emergenza sanitaria il mondo del lavoro era tutto fuorché rose e fiori. Ormai il posto fisso è una chimera per tantissimi cittadini. Che, in ragione della loro discontinuità professionale, si chiedono se riusciranno ad andare in pensione, considerando i pochi versamenti. 

Pensione: i principi su cui è fondata in Italia

Il nostro sistema previdenziale è incentrato su misure legate a molteplici requisiti, che danno diritto ad avanzare domanda di pensione, pure con appena cinque anni di contributi. Ad ogni modo, evitiamo di bruciare le tappe, andiamo per gradi e analizziamo ciascuna forma che consente di ricevere un assegno mensile. 

Partiamo dalla pensione di vecchiaia, alla quale i lavoratori hanno modo di accedervi una volta maturata un’età anagrafica di 67 anni e un’anzianità contributiva di 20 anni. L’età pensionabile è soggetta all’adeguamento della speranza di vita introdotta dalla Riforme Monti – Fornero. Esiste poi la pensione anticipata, che permette di beneficiarne con 64 anni di età e 20 di contributi, da versare in un preciso periodo di tempo, a partire dal 1° gennaio 2016. In buona sostanza, fino al 31 dicembre 2015 non bisogna aver corrisposto contributi.

Il metodo di calcolo

Hanno modo di ovviare a questo dato i cittadini che presentano con la Gestione Separata INPS una posizione aperta. Difatti, riversandovi ogni contributo è possibile beneficiare a 64 anni della pensione anticipata. In tal caso, il calcolo è interamente effettuato con sistema contributivo. Inoltre, occorre che il primo assegno corrisposto sia pari a 2,8 volte tanto quello sociale INPS (di 459,83 euro nel 2020). 

Infine, con pochi versamenti è possibile ottenere la pensione di vecchiaia a 71 anni di età, con un’anzianità contributiva di 5 anni. Vale per chi ha maturato i primi contributi a partire dal 1° gennaio 2016. Il calcolo è effettuato esclusivamente mediante il metodo contributivo e non sono previsti limiti sull’assegno.