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riforma pensione

Se hai 62 anni potresti anche aver diritto alla pensione. La riforma Inps

Alle proposte avanzate da sindacati e Governo nel confronto sul superamento di Quota 100, la prossima riforma pensione aggiunge ora un nuovo elemento: le priorità sottolineate dall’Inps, che fonda il suo operato su quattro linee guida:

  • copertura dei buchi contributivi delle carriere discontinue;
  • flessibilità in uscita;
  • pensione di garanzia;
  • tutela lavori usuranti. 

Le proposte dell’Inps per la pensione

Partendo dalle ipotesi già analizzate da tecnici, l’Istituto formula una serie di provvedimenti:

  • Coefficienti di trasformazione fissati al compimento dei 60 anni di età.
  • Copertura vuoti contributi legati a carriere instabili, valorizzando gratuitamente i periodi di formazione in ambito pensionistico. 
  • Flessibilità in uscita: riduzione dell’età minima di accesso e attribuzione di un coefficiente più favorevole ai lavoratori impegnati in attività gravose o usuranti. Inoltre, è in corso di valutazione la suddivisione della pensione in quota contributiva e retributiva. A 62 anni, con venti anni di contributi e un importo soglia, si potrebbe conseguire un anticipo misurato esclusivamente sulla parte contributiva; mentre quella retributiva potrebbe rendersi accessibile a 67 anni, con la possibilità di prevedere pure un’anticipazione successivamente da scontare sulla pensione piena. 
  • Integrazione montante contributivo in base all’entità della contribuzione. Mediante coefficienti incrementali al termine della carriera lavorativa, è stabilita se il soggetto è al di sotto di un certo tetto di pensione teorica. Ciò implicherebbe comunque l’inserimento di un minimo.
  • Pensione minima di garanzia da garantire a tutti i futuri pensionati, in particolare giovani con carriere discontinue e precarie. 
  • Pensioni complementari da stimolare, pure attraverso l’offerta da parte di enti pubblici di strumenti di previdenza complementare, per ampliare il bacio, oggi perlopiù costituito da professionisti con salari medio-alti e stabili.   
  • Sconti contributivi per lavoratrici madri.
  • Tutela disoccupati Over 60, gravosi e usuranti. Pensioni Precoci e APE Sociale andrebbero approfonditi e resi più corposi e strutturali – suggerisce l’Inps – al fine di raggiungere quella auspicata flessibilità, altrimenti difficilmente ottenibile.