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Bonus bici, un incubo: ora paura per gli altri bonus

Bonus bici incubo: per bici normali, bici a pedalata assistita (o elettriche o e-bike che dir si voglia) comprate, non si vede un euro di rimborso dallo Stato. Il Governo Conte ha sbandierato per mesi questo bonus mobilità. Ma ci sono due problemi: di carattere economico (zero indennizzo) e psicologico (che stress tutta questa attesa, è snervante, specie in era post Covid).  Slitta addirittura a novembre 2020 l’apertura del portale del ministero dell’Ambiente che consentirà di ottenere l’incentivo: rimborso o voucher l’incentivo statale all’acquisto di biciclette (anche a pedalata assistita) e monopattini.

Il bonus bici è scomodissimo: paghi, poi chissà quando viene rimborsato. Il Governo Conte poteva invece piazzare una decina di miliardi di euro (come la Francia ha fatto) sulle auto. Incentivi auto comodissimi: compri con lo sconto e via. Il decreto attuativo di questo benedetto bonus mobilità, registrato domenica scorsa dalla Corte dei conti, sarà pubblicato sabato prossimo sulla Gazzetta Ufficiale: partiranno i 60 giorni necessari alla società per finire il portale. Lo dice in un post su Facebook il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Previsto tra la fine di agosto e l’inizio di settembre 2020, il sito sarà attivato quando saranno disponibili tutte le risorse previste dallo Stato. Cioè quando?

Si vuole scongiurare il temuto click-day provocato dal boom di acquisti di mezzi nei mesi di maggio e giugno. Il portale consentirà a chi ha acquistato un mezzo ecologico a partire dal 4 maggio di ottenere il rimborso del 60% del prezzo di acquisto fino a un massimo di 500 euro.  

Ma adesso c’è paura, legittima, giusta, comprensibile. Il Governo Conte Pd-M5S ha messo sul piatto 50 bonus a pioggia. Molto assistenzialismo (che fa consenso elettorale): questi 50 bonus arriveranno subito nelle tasche degli italiani? Oppure sarà una tortura come il bonus mobilità? Sarebbe stata opportuna una riforma strutturale e incisiva dell’economia, come voleva l’Unione europea. Come han fatto i Paesi frugali. Invece si è scelta la strada dei bonus a pioggia pro assistenzialismo.