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Famiglie italiane: sbranati 2.300 euro in 6 mesi

Per le famiglie italiane ha avuto un effetto devastante, sbrandando 2.300 euro in 6 mesi: lo dice Confesercenti. Aggiungiamo che nessuno può dire che il Governo Conte abbia responsabilità. Solo che ora all’orizzonte si vedono debiti con l’Ue, 50 bonus a pioggia in stile assistenzialismo e nessuna riforma giustamente pretesa dai Paesi frugali. Occhio anche all’incultura del non lavoro

Tra marzo e agosto di quest’anno, le famiglie italiane hanno speso in beni e servizi oltre 2.300 euro in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, per un totale di 59,2 miliardi di euro di acquisti ‘svaniti’ dall’avvio della crisi Covid. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, nei sei mesi che vanno da marzo ad agosto la spesa media in beni non alimentari è scesa di 1.170 euro a famiglia. A ridursi sono soprattutto le spese per abbigliamento e calzature (-278 euro in sei mesi, per un totale di -7 miliardi di euro). Ovviamente giù spettacolo e cultura (-195 euro, totale -5 miliardi) e mobili e arredamento (-166 euro, complessiva -4,2 miliardi). 

Ma c’è fiducia nel futuro? Vari fattori possono agire nel senso di una riduzione permanente della spesa delle famiglie o di una sua redistribuzione. Serve la stabilizzazione del lavoro agile su livelli significativamente elevati. Fra tremare le vene l’aspettativa di futuri incrementi di imposte per affrontare la crisi. A dispetto di costi della politica elevatissimi. C’è bisogno di un grande piano di sostegno e di riconversione e di digitalizzazione delle attività.

Anche perché la crisi si è trasformata in una flessione consistente dei redditi da lavoro, con riduzioni del -11,3% per i dipendenti del settore privato e del -13,4% per gli autonomi. Questione non nuova: vedi video.