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Fondo perduto

Fondo perduto: alla ricerca delle delibere

Se vuoi i soldi del Fondo perduto, devi avere la delibera. Per avere la delibera, devi darti da fare: la cerchi nei Comuni. È la burocrazia infernale di questi giorni bollenti: scadenza, 13 agosto. I contribuenti devono cercare Comune per Comune le delibere. Per capire se i territori sono considerati zone calamitate. Se è zona calamitata, ecco i quattrini. 

La norma è l’articolo 25 del decreto 34/2020, come convertito nella legge 77/2020. Ha previsto l’attribuzione di un contributo a Fondo perduto. In presenza di un calo di fatturato del mese di aprile 2020 rispetto al medesimo mese dell’anno precedente. Il contributo spetta anche in assenza di un calo del fatturato a chi ha il domicilio fiscale o la sede operativa nel territorio dei Comuni colpiti.

Lo stato di emergenza è stato sancito con un decreto del presidente del Consiglio dei ministri: dpcm. Pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 31 gennaio. Fa fede quella data per capire se il contributo risulta spettante a prescindere dalla condizione. Il contributo a fondo perduto spetta anche ai soggetti che hanno il domicilio fiscale o la sede operativa nel territorio di Comuni che versavano in uno stato di emergenza, “attestato” da un provvedimento amministrativo, alla data di insorgenza dell’emergenza pandemica Covid-19. 

Il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (Cndcec) e la Fondazione nazionale dei commercialisti (Fnc) hanno evidenziato problemi. Uno: non esiste un elenco puntuale dei Comuni colpiti dagli eventi calamitosi. Due: la corretta determinazione del contributo. Tre: la possibile criticità in presenza di più sedi operative. Quattro: eventuali errori che comportano l’applicazione di pesanti sanzioni, oltre al recupero del contributo. Cinque: va applicata una specie di pro-quota sulle varie sedi? O si assumono i valori complessivi del richiedente? Come si evince, burocrazia tremenda, con normative complicatissime e cavillose.