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Mes: arriva il sì del M5S al Pd?

Aumentano i contagi di Covid: se il trend resta questo, il nostro sistema sanitario, in previsione dell’autunno e della riapertura delle scuole, potrebbe essere messo sotto pressione. Di quanti soldi disponiamo? Circa 500 milioni del decreto Agosto per far fronte alle liste di attesa, più 3,2 miliardi del decreto Rilancio e miliardo e mezzo del decreto di marzo. Pochi. Non bastano per far fronte alla nuova possibile ondata della pandemia. Il Governo valuta se fare ricorso alla nuova linea di credito del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), disponibile su richiesta: un finanziamento pari a circa il 2% del Pil (37 miliardi). Per ora, il M5S ha detto no. Ma qualche apertura dei grillini verso i compagni di Governo, il Pd, c’è.

I grillini han cominciato a dire sì, purché si cambino alcune clausole del Mes. D’altronde, il ragionamento è un po’ ils seguente: siamo già pieni di debiti, abbiamo fatto un altro debito di 209 miliardi del Recovery Fund europeo, che comunque contiene delle “condizionalità” in termini di rispetto di un preciso cronoprogramma di riforme e investimenti da realizzare. Più il Fondo Sure (di cui il Governo ha già fatto richiesta per 28,5 miliardi). Più i fondi resi disponibili dalla Bei per le piccole e medie imprese. Tanto vale buttarsi a capofitto in un ennesimo debito: la nuova linea di credito del Mes: unico vincolo di destinazione, le risorse siano destinate a far fronte ai costi diretti e indiretti della sanità. 

Col Mes, sì alle spese per il potenziamento dei pronto soccorso e delle terapie intensive, per investimenti nelle strutture ospedaliere. Sì alla assunzione di infermieri e medici e al finanziamento della ricerca e sperimentazione dei farmaci anti-Covid e del vaccino. Se il M5S dice no, il Pd potrebbe allearsi con Forza Italia: fa cade il Governo. I grillini escono di scena e perdono tutti i posti di potere. Uno scenario che magari ai pentastellati non piace: chissà.

Il Mes è il prestito per chi è davvero povero. Prevede l’attivazione (su richiesta) di prestiti diretti a Paesi in grave crisi finanziaria, che abbiano in sostanza evidenti difficoltà a finanziare il proprio debito sui mercati. Come la Grecia in passato. Per l’Italia si prospettano tassi del -0.07% qualora il prestito fosse spalmato su 7 anni. E dello 0,08% in caso di restituzione del finanziamento nell’arco di 10 anni. I versamenti sarebbero effettuati in rate mensili pari ciascuna al 15% del prestito totale. Rispetto al finanziamento sul mercato attraverso Btp della stessa somma che verrebbe concessa con la nuova linea di credito pandemica del Mes, si risparmierebbero 4,4 miliardi.