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Soldi al Sud, ma fin dove arriva il Sud?

Il Governo Conte stanzia un mare di soldi per il Sud Italia. Giusto, perché il Meridione va aiutato economicamente: basta con il divario rispetto al Nord, al di là delle strumentalizzazioni politiche e del desiderio di raccogliere facili consensi tramite la presenza dello Stato e il reddito di cittadinanza. Lo prevede il decreto Agosto. Adesso però si pone un secondo problema. Quando uno dice Sud, chi ascolta pensa a Palermo, Reggio Calabria, Napoli. Ma fin dove arriva il Mezzogiorno? Quali Regioni hanno diritto ai quattrini dei contribuenti?

Secondo al perimetro fissato dal Decreto agosto, il Sud arriva all’altezza del confine umbro-toscano. Lo dice la relazione tecnica del provvedimento appena bollinato dalla Ragioneria di Stato: c’è Decontribuzione Sud, uno sconto del 30% dei contributi per tutti i dipendenti nelle aree più svantaggiate del Paese. Nei fatti un taglio del costo del lavoro per le imprese.

Infatti, alle Regioni che nel 2018 presentavano un prodotto interno lordo pro capite inferiore al 75 per cento della media EU27 o comunque compreso tra il 75 per cento e il 90 per cento, e un tasso di occupazione inferiore alla media nazionale. Sono le Regioni svantaggiate. Con divario. Assolutamente da colmare. E in fretta.

Morale: aiuti a Sicilia, Sardegna, Calabria, Puglia, Basilicata e Campania, Abruzzo e Molise. E Umbria. Per 3 milioni di persone. Per lo Stato qual è il costo al netto degli effetti fiscali? 1,2 miliardi tra 2020 e 2021. Un prezzo da pagare però che vale soltanto per gli ultimi tre mesi dell’anno.