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Sprechi in Italia: il doppio dell’evasione fiscale

La Cgia di Mestre denuncia: gli sprechi in Italia valgono il doppio dell’evasione fiscale. Parlando di soldi, nel rapporto “dare-avere” tra lo Stato e il contribuente italiano, chi ci rimette? Il contribuente. 

Stando ai dati del ministero dell’Economia, l’evasione fiscale presente in Italia è stimata in 110 miliardi di euro all’anno. Un importo paurosamente elevato che, comunque, appare decisamente inferiore agli oneri che i cittadini e le imprese subiscono. In virtù degli sprechi, degli sperperi e delle inefficienze presenti nella nostra pubblica amministrazione. Scorrendo i risultati di alcuni studi condotti da una mezza dozzina di istituzioni di ricerca molto autorevoli, il danno economico in capo ai contribuenti italiani sarebbe di oltre 200 miliardi di euro all’anno. Si tratta di una dimensione economica quasi doppia rispetto all’evasione. 

Una pubblica amministrazione poco efficiente causa ai privati dei danni economici molto superiori. Buona parte dell’opinione pubblica ha una forte sensibilità verso il tema dell’evasione, ritenendo tuttavia meno allarmanti gli effetti degli sprechi, degli sperperi e delle inefficienze della nostra macchina pubblica: non è così.

Comunque, l’evasione non va mai giustificata. Se, infatti, portassimo alla luce una buona parte delle risorse sottratte illecitamente all’erario, la nostra pubblica amministrazione avrebbe più soldi. Funzionerebbe meglio e, probabilmente, si creerebbero le condizioni per alleggerire il carico fiscale. Un circolo vizioso. Per ridurre la pressione fiscale ad un livello paragonabile a quello dei paesi dell’Area Euro, il Governo dovrebbe comprimere la spesa pubblica dell’1,5% del PIL (di circa 24 miliardi di euro). C’è questa volontà politica oggi?