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10 centesimi

Fino a 18000 euro per queste vecchie lire da 10 centesimi! Meglio controllare il portafogli!

Dal punto di vista monetario, il periodo Classico ha previsto parecchi importanti cambiamenti. Tra i grandi scossoni avvenuti, uno riguarda l’immagine del Re. Bisogna, infatti, sapere che fino ad allora veniva lodato nelle leggende delle monete con i titoli nobiliari acquisiti dal suo casato, ereditati durante i secoli precedenti. Con la coniazione delle nuove monete da 10 centesimi, e in generale delle lire in quell’epoca, poteva essere esclusivamente citato il Regno d’Italia.

Inoltre, il Re è rappresentato per la prima volta con la troncatura del collo nudo e non più con il colletto della divisa reale. Introduzioni nel design che, agli occhi di chi non è un appassionato del periodo storico, possono anche apparire marginali. Eppure, hanno davvero rappresentato una vera e propria svolta. La società era in profondo cambiamento e pure nella numismatica è possibile trovarne alcune tracce. Da qui le distinzioni tra le unità con “Collo Corto” o “Collo Lungo”, tanto care agli appassionati del genere. 

10 centesimi Esperimento e la nuova legge monetaria

Nel 1863 la nuova legge monetaria entrò in vigore. Secondo quanto sancito dalla normativa il valore di quelle in argento scendeva per le divisionali e il titolo era portato a 835, con ordine di ritiro degli esemplari emessi nel biennio precedente. Ecco perché le unità del 1861 e del 1862 sono alquanto più rare da reperire e di qualità inferiore. 

In questo primo appuntamento andiamo a conoscere la prima moneta da 10 centesimi di lire coniata nel 1862, definita “Esperimento”. Il motivo di tale nome, impressa sulla stessa, è incerto. Qualcuno crede fosse un esperimento della Zecca di Napoli per introdurre il sistema decimale inedito alla popolazione. Stando alle ricostruzioni, la Zecca emise 20 mila unità e poi le tolse subito dalla circolazione. Un’altra piccola curiosità è il fatto che il conio inerente a tali monete non sia riportato nei cataloghi ufficiali della Zecca. L’esemplare fu coniato in bronzo e ad oggi è possibile ritrovarne pochi in buone condizioni. 

Il design e la quotazione

Il dritto raffigura il monarca voltato a sinistra con intorno la scritta “VITTORIO EMANUELE II RE D’ITALIA”. Sotto il taglio del collo la dicitura “ESPERIMENTO”. Il verso riporta su tre righe a bandiera centrale la scritta “10 CENTESIMI 1862”, all’interno del cerchio costituito dai rami di alloro con punta a freccia uniti da un fiocco. Il peso di 10 grammi, il diametro di 30 mm e il contorno liscio completano la scheda tecnica. La tiratura sarebbe stata pari a 20 mila unità, ma non esistono dati ufficiali. Di rarità R3, la quotazione va da un minimo di 2 mila euro a un massimo di 18 mila euro, se in Fior di Conio.