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Multe defunto: gli eredi devono pagarle? Ecco cosa c’è da sapere!

Nel momento in cui una persone muore, e nell’eredità ci sia pure un’automobile, quale adempimenti occorre assolvere? Tutti riguardano il Pra, vale a dire il Pubblico Registro Automobilistico. E a quali destino vanno incontro le multe eventualmente subite dal defunto e quelle successivamente prese dall’erede? Tali quesiti sono al centro di un’ordinanza della Corte di Cassazione che fa il punto sulla questione. Ecco dunque cosa bisogna sapere in merito. 

Multe defunto: sono trasmissibili ai successori?

Le infrazioni al Codice della Strada, così come le varie sanzioni penali e amministrative, non si trasmettono mai agli eredi. Difatti, la responsabilità per tali illeciti è “personale”, rimane cioè in capo all’effettivo trasgressore. Ne consegue che, se in un’eredità emergono debiti nei confronti del Comune per multe stradali o cartelle esattoriali non pagate, i successori non hanno alcun onere a carico. Così hanno la possibilità di chiedere uno sgravio all’ente titolare del credito.

Secondo quanto sancisce l’art. 94 del C.d.S., gli eredi del proprietario del mezzo hanno l’onere di eseguire il passaggio di proprietà. Tale obbligo scatta unicamente dopo l’accettazione dell’eredità e mai prima. Dunque, la trascrizione è un compito che grava unicamente sugli eredi e non sui semplici “chiamati all’eredità” (cioè ai familiari che, pur avendo i titoli per essere eredi, non hanno manifestato interesse), o, ancora meno, a chi vi ha espressamente rinunciato. Insomma, il primo step da compiere consiste nell’accettazione dell’eredità mediante un atto pubblico o, in alternativa, una scrittura privata con firma autenticata o accertata da un giudice. 

La seconda fase è rappresentata dalla registrazione dell’atto, da compiere entro 60 giorni presso l’Aci. Inoltre, al Pra, presso gli STA (Sportello Telematico dell’Automobilista), bisogna inoltrare la domanda per il rilascio del Documento Unico di Circolazione e di Proprietà del Veicolo (DU), dove sono annotati i passaggi di proprietà e i cambiamenti dello stato giuridico del mezzo. 

Le sanzioni che il legislatore può comminare

Chiunque non assolva a tale onore e circola con un veicolo per cui non è stata nemmeno presentata la domanda, nel termine dei 60 giorni, di rinnovo o aggiornamento o della carta di circolazione e del certificato di proprietà è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una sanzione da 353 a 1.762 euro. In aggiunta, il legislatore dispone il ritiro immediato della carta di circolazione; quest’ultimo documento viene inoltrato all’ufficio della direzione centrale della Motorizzazione, che, dopo l’adempimento delle omesse prescrizioni, provvede al rinnovo. 

Se gli eredi sono più di uno

Il contesto differisce se gli eredi del defunto sono più di uno e uno solo di loro questi intestarsi il veicolo o se gli eredi intendono vendere la macchina a un terzo. Nella fattispecie, occorre:

  • innanzitutto registrare l’atto di accettazione di eredità intestando il veicolo a nome di tutti gli eredi;
  • quindi, depositare l’atto di vendita delle quote a uno degli eredi o all’acquirente, che diventerà intestatario unico. 

E se l’auto in precedenza appartenente al defunto viene ceduta? L’operazione costituisce accettazione dell’eredità. Pertanto, dopo essersene occupati, rinunciare all’eredità non è più possibile. Per cedere il mezzo intestato al defunto e formalizzare il passaggio di proprietà, occorre l’accettazione espressa di eredità; in buona sostanza, l’erede ha il compito di esprimere la propria intenzione di accettare l’eredità, formalizzata tramite:

  • scrittura pubblica, che l’Aci chiede abbia la firma autenticata;
  • atto pubblico, ricevuto da un cancelliere del tribunale o da un notaio. 

Pagamento multe

Se gli eredi decidono di pagare le multe per conto del defunto, tale comportamento non sarebbe comunque qualificabile come tacita accettazione dell’eredità se l’erede procede al pagamento con il suo stesso denaro. Viceversa, se accade prendendo denaro dal conto corrente del de cuius, il saldo è qualificabile come tacita accettazione dell’eredità.

Nella pronuncia in commento, la suprema corte lo puntualizza. Ricordiamo che i successori non hanno l’obbligo di saldare le contravvenzioni elevate al defunto. Il discorso cambia, e di parecchio, se ad aver eseguito le infrazioni al Codice della Strada è l’erede. Egli, infatti, rimane, ovviamente, responsabile delle proprie azioni e, quindi, ha l’onere di pagare le sanzioni amministrative di cui è trasgressore lui stesso.