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Oltre 2.000 euro per questa versione dei 10 centesimi di lire! Attenzione se ne avete conservate!

È il momento di chiudere il cerchio. Dopo avervi parlato dei 10 Centesimi Impero 1° Tipo e 2° Tipo, è tempo di ritirarli fuori, osservandoli da un’altra prospettiva, sotto una differente luce. Analogamente a tante altre monete, desideratissime dai collezionisti, anche qui le versioni di prova hanno un valore decisamente superiore, rispetto alla serie standard. Immancabilmente per via della loro rarità. Insomma, meno esemplari ci sono e più l’offerta sarà inferiore.

Assolutamente logico, quindi, che la stima aumenti considerevolmente, tanto più se il pezzo venduto è tenuto in buono stato. Il grado di conservazione comunemente utilizzato dalle nostre Parti è quello convenzionale italiano, che, da discreto, passa al Fior di Conio. In America (e qui te lo abbiamo spiegato) fa fede la scala Sheldon. Ma questa è tutta un’altra storia…

10 Centesimi Impero 1° Tipo e 2° Tipo PROVA: la rarità

Ebbene, dove eravamo rimasti? Ah sì… ai 10 Centesimi Impero PROVA, classificati come R3 per il 1° Tipo e R4 per il 2° Tipo. La scritta prova è incisa sul Verso, lungo il bordo a destra, tra le due foglie di quercia. La PROVA del 1936 è su rame, mentre la PROVA del 1939 è su bronzo e alluminio. Poi esiste una 10 Centesimi Impero datata del 1942 e una del 1943 coniate su alluminio.

Quotazioni

In tal caso, siamo in presenza a unità di rarità R5, il massimo, e probabilmente esiste un unico esemplare sia per il ’42 sia per il ’43. Insomma, sono praticamente introvabili ed è perciò impossibile definire un prezzo. Nemmeno gli esperti sanno attribuirglielo, a differenza delle PROVE del 1936, che in Fior di Conio (FDC) si aggirano sui 1.600 euro, e del 1939, di 2.200 euro se in Fior di Conio (FDC) e di 1.500 euro se Splendida. Qui, naturalmente, ci riferiamo al valore massimo, ben difficile da farsi riconoscere sul mercato. Se riuscirete nell’ardua impresa, allora siete dei veri e propri maghi delle trattative!