L’emergenza sanitaria ha provocato pesanti ripercussioni anche per ciò che attiene all’economia. Per contrastare la diffusione del Coronavirus, il Governo italiano ha fermato o fortemente limitato parecchi settori. Una decisione inevitabile con le cui conseguenze devono però convivere i cittadini, soprattutto le classi meno abbienti, che non hanno accumulato grossi risparmi nel tempo. Qualcosa di buono all’orizzonte comunque c’è: la proroga delle scadenze fiscali.
Scadenze fiscali, ennesimo posticipo: ecco chi ne può trarre giovamento
Consapevole delle difficoltà affrontate dai contribuenti, l’esecutivo presieduto da Giuseppe Conte si è attivato con misure specificamente indirizzate ad aiutare chi possiede meno risorse. Tradotto: tanti bonus e rimborsi, anche se non è tutto. Difatti le autorità hanno pure stabilito lo slittamento di parecchie tasse, soprattutto con riferimento a quelle che scadono negli ultimi mesi del 2020. Sempre più importi da versare all’Agenzia delle Entrate hanno subito rinvii e continuano a subirne tuttora.
Le ritenute e l’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA), da corrispondere inizialmente entro il prossimo 16 novembre, scadono il 16 marzo 2021. Un’ottima notizia per chi titubava di riuscir a sostenere il carico erariale. Difatti, avrà quattro mesi in più per assolvere alla prestazione prevista. L’agevolazione, ad ogni modo, riguarda esclusivamente una ristretta categoria di soggetti, vale a dire coloro che si sono trovati costretti a chiudere a causa del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) nelle zone rosse e arancioni.
Per dirla in parole più semplici, tutti i business che hanno dovuto prima ridurre le loro attività, con chiusura alle 18, con l’asporto unicamente autorizzata e poi completamente sospesi, rientrano nel suddetto rinvio dei tributi. Eppure, figurano pure i business interrotti fin dal principio, quando il DPCM non era ancora realtà.
In sostanza, rientrano nella posticipazione della scadenza:
- ristoranti;
- alberghi;
- palestre;
- piscine;
- sale bingo;
- musei;
- discoteche e sale da ballo;
- agenzie di viaggio e tour operator.
Quali attività economiche vanno incontro alla sospensione
Entrando più nello specifico il decreto recita testualmente che sono interrotte le attività economiche:
- sospese in conformità all’art. 1 del DPCM emanato in data 3 novembre 2020, con sede operativa, sede legale o domicilio fiscale in qualsiasi area del territorio italiano;
- dei servizi di ristorazione con sede operativa, sede legale o domicilio fiscale nelle aree definite zone rosse o zone arancioni;
- individuate nell’allegato n. 2 al decreto, o imprese alberghiere, di tour operator o di agenzia di viaggio, che possiedono nelle aree definite zone rosse sede operativa, sede legale o domicilio fiscale.