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Lavoratori in malattia, nel 2022 numeri record, ecco i dati

La malattia è un diritto di ogni lavoratore dipendente. Nel momento in cui un lavoratore è affetto da una patologia temporanea, che ne precluda la possibilità di andare al lavoro, la legge lo tutela. Nulla di strano, se non guardiamo i numeri del secondo semestre 2022. Negli ultimi 6 mesi del 2022 infatti i numeri dei certificati di malattia, come si legge sull’Ansa, sono quasi da record.

Quasi il 30% in più di certificati di malattia inviati nella seconda metà del 2022

Come si legge sul sito dell’agenzia di stampa Ansa, nella seconda parte del 2022 sono stati registrati il 29,9% in più di certificati di malattia inviati all’INPS da parte dei lavoratori. Oltre 16,4 milioni di certificati di malattia pervenuti all’INPS nei secondi 6 mesi del 2022. E più o meno 8 su 10 di questi certificati, sono stati inviati da lavoratori dipendenti del settore privato. Sono numeri ufficiali quelli che riporta l’Ansa, perché sono dati dell’Osservatorio sulla Malattia dell’INPS.

Il 2021 è stato un anno in cui si sono registrati meno invii di certificati medici

Malattia

Numeri enormi quindi, soprattutto dal settore privato. E se rapportati al 2021, nello stesso periodo, la differenza è abissale. Infatti il 29,9% in più sarebbero i certificati di malattia pervenuti all’Istituto Previdenziale nel secondo semestre 2022 rispetto allo stesso secondo semestre, ma del 2021. Un aumento del 30,4% nel settore dei lavoratori dipendenti privati, mentre del 28,4% nel pubblico impiego. Per un totale di ben 78,6 milioni di giorni di malattia a carico del sistema nazionale. I numeri snocciolati dall’osservatorio specificano che è stato l’ultimo trimestre dell’anno quello in cui, l’aumento rispetto allo stesso periodo del 2021, è stato maggiore, assestandosi sul 41%. Niente di strano però da questo punto di vista. Infatti lo stesso Osservatorio INPS certifica che anche negli anni pre-pandemici i certificati di malattia erano sempre in aumento negli ultimi tre mesi dell’anno. Questione di stagionalità, perché l’inverno produce più malanni naturalmente.