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Ape Social 2021: i beneficiari, a che età si potrà andare in pensione

Oltre a prevedere una espansione fiscale significativa, la Legge di Bilancio 2021 contiene provvedimenti importanti che rappresentano la prosecuzione delle misure finora intraprese per salvaguardare la sicurezza e la stabilità economica del Paese. Per ciò che attiene alla previdenza la manovra rinnova le soluzioni di pensionamento anticipato Ape Social e anche Opzione Donna. In questo pezzo andremo a vedremo in cosa consiste la prima, quando viene erogata e come riceverla. 

Ape Social: che cos’è e chi riguarda

Ape Social è una forma di anticipo pensionistico sperimentale, introdotta il 1° maggio 2017 e via via confermata per gli anni seguenti, malgrado la sua naturale scadenza fosse prevista per il 31 dicembre 2019. Si tratta di una misura volta ad accompagnare lavoratori in difficoltà all’età pensionabile, purché abbiano almeno compiuto 63 anni di età, 4 anni prima della maturazione dei requisiti indicati dalla riforma Fornero. In ottica 2021 sono interessati coloro che sono nati nel 1967, sulla base però di determinate premesse. 

L’Ape Social è un’indennità economica di sostegno al reddito che, nel limite massimo di 1.500 euro, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale eroga ai lavoratori dipendenti con 30 anni di contributi in difficoltà (disoccupati, caregiver, disabili al 74 per cento), consentendo loro di uscire dal mondo del lavoro in via anticipata. L’aiuto fa, inoltre, riferimento ai lavoratori gravosi con 36 anni di contributi. 

Lavori gravosi

Nella categoria dei lavori gravosi rientrano:

  • addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza;
  • addetti allo spostamento merci, facchini e assimilati;
  • camionisti e conduttori di mezzi pesanti;
  • conciatori di pelli e di pellicce;
  • conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
  • educatori degli asili nido e insegnanti della scuola dell’infanzia;
  • macchinisti ferroviari e personale viaggiante;
  • marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini e in acque interne.
  • operai dell’agricoltura, della pesca e della zootecnia;
  • operai dell’edilizia, della manutenzione degli edifici e dell’industria estrattiva;
  • operatori dell’industria siderurgica di prima e seconda fusione nonché operatori del vetro addetti a prestare servizio a temperature elevate non già contemplati nel D. Lgs. n. 67 del 21 aprile 2011;
  • operatori ecologici e altri separatori e raccoglitori di rifiuti;
  • infermiere ed ostetriche con lavoro organizzato in turni ospedaliere;
  • personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
  • pescatori della pesca costiera, in acque interne, in alto mare, dipendenti o soci di cooperative.

I sindacati intendono ottenere un ampliamento della platea dei beneficiari nel 2021 per coloro a cui non spettano gli ammortizzatori sociali, tuttavia occorre trovare le risorse.