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Pesca: mezzo miliardo in fumo

Alt al pesce fresco a tavola lungo tutto l’Adriatico. Perché? C’è il fermo pesca che si estende dal 17 agosto anche al tratto di costa da San Benedetto e Termoli. C’era già lo stop da Trieste ad Ancona e da Manfredonia a Bari. Lo evidenzia Coldiretti Impresapesca: attività bloccata nel tratto tra il sud delle Marche, l’Abruzzo e il Molise fino al 15 settembre. In aggiunta ai periodi di fermo, i pescherecci dovranno effettuare ulteriori giorni di blocco. È una seconda stangata che arriva dopo la prima legnata da Covid: 500 milioni di euro i danni stimati per effetto di produzione invenduta. Un bel danno economico. Il fermo pesca 2020 non risponde ancora alle esigenze delle aziende che si trovano ancora costrette a concentrare l’attività in appena 160-180 giorni. Avrebbero invece bisogno di scegliere autonomamente quando fermarsi in base alle condizioni di mercato. Si sono già registrati negli anni una perdita di un terzo delle imprese e di 18.000 posti di lavoro. 

L’altra piaga è il deprezzamento delle specie ittiche a maggior pregio non richieste dalla ristorazione. Occhio: ci si potrebbe ritrovare prodotto straniero nel piatto per grigliate, zuppe e fritture. Niente pesce fresco Made in Italy proveniente dalle altre zone dove non è in atto il fermo pesca, dagli allevamenti nazionali o dalla produzione locale. 

Ma allora come fa il cliente del mercato a capire da dove arriva il pesce? Per tutelare il consumatore, bisogna estendere l’obbligo dell’indicazione di origine anche ai menu dei ristoranti con una vera e propria carta del pesce. Occorre l’indicazione della data in cui il prodotto è stato pescato.

Il cliente ai banchi del pesce possono verificare l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta).